Scandalo al Tour de Guadalupe: due ciclisti olandesi beccati a barare nascosti dietro le auto

Durante la seconda tappa del Tour de Guadalupe, due ciclisti olandesi, Niels Tenniglo e Huub van Kapel, sono stati scoperti mentre cercavano di barare nascondendosi dietro delle auto parcheggiate per evitare di percorrere tutto il circuito.

Scandalo al Tour de Guadalupe: due ciclisti olandesi beccati a barare nascosti dietro le auto

Un episodio senza precedenti scuote il mondo del ciclismo professionistico, seppur non tra i grandi eventi come Tour de France o Giro d’Italia. Durante la seconda tappa del Tour de Guadalupe, gara a tappe che si svolge nell’arcipelago caraibico francese, due ciclisti olandesi del team “RC Jan Van Arckel“, Niels Tenniglo e Huub van Kapel, sono stati scoperti mentre tentavano di barare in modo plateale, nascondendosi dietro delle auto parcheggiate per tagliare parte del percorso.

Il Tour de Guadalupe si articola in più tappe su circuiti stradali, culminando con una difficile salita a Trois-Rivieres, nel sud dell’isola di Basse-Terre, per un totale di 137 km. Durante la seconda tappa, i corridori avrebbero dovuto affrontare più giri dello stesso circuito. Tenniglo e van Kapel hanno approfittato di questo per trovare un punto in cui nascondersi temporaneamente dietro delle auto parcheggiate, evitando così di pedalare l’intero tracciato.

Questa strategia aveva l’obiettivo di farli riposare e rientrare nel gruppo al momento giusto, assicurandosi un vantaggio sleale rispetto agli altri concorrenti, più stanchi. Una tattica così sfacciata da risultare incredibile in un contesto professionistico.

Purtroppo per i due olandesi, qualcuno ha ripreso la scena e i video sono rapidamente circolati, portando la giuria a intervenire. Dopo aver visionato le immagini, la commissione ha deciso per la squalifica immediata di Tenniglo e van Kapel e per una multa di circa 107 euro ciascuno.

Il tentativo di inganno di Tenniglo e van Kapel rappresenta una grave violazione dell’etica sportiva e un duro colpo per l’immagine della gara, che pure si svolge in un contesto meno mediatico rispetto ai grandi eventi ciclistici internazionali.

La vicenda solleva riflessioni più ampie sulla necessità di vigilare con rigore anche nelle competizioni minori per preservare la correttezza e la credibilità dello sport. Nel ciclismo, dove la fatica, la resistenza e la strategia sono elementi fondamentali, pratiche come questa rischiano di sminuire gli sforzi di atleti onesti e di minare la fiducia dei tifosi.

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