A Bari si accende la polemica per un sovrapprezzo di 50 centesimi applicato su uno scontrino di una pizzeria per una semplice spolverata di pepe sulla pizza. La denuncia di un cliente, che ha condiviso la foto del conto sui social, ha subito generato un’ondata di discussione e critiche, riaprendo il dibattito sui costi eccessivi praticati da molti locali in città, soprattutto durante la stagione estiva.
Lo scontrino in questione, dal valore totale di 38,50 euro, comprensivo di un paio di pizze, di una birra e dell’acqua e del coperto, riporta chiaramente la voce «+ 50 centesimi per pepe», una somma che per molti utenti appare ingiustificata. La richiesta, da parte del ragazzo che aveva trascorso la serata in pizzeria, di aggiungere del pepe alla pizza, un condimento semplice e comune, è stata dunque motivo di un piccolo sovrapprezzo, considerato da molti un esempio emblematico dei prezzi che si stanno alzando in modo significativo nei ristoranti e nelle pizzerie della zona.
Non è la prima volta che la città pugliese finisce sotto i riflettori per questioni legate al costo dei pasti: nelle scorse settimane, infatti, aveva fatto discutere il menu di un altro locale del centro storico che proponeva gli spaghetti all’assassina a 18 euro, prezzo giudicato da molti elevato.
Tornando alla vicenda vista in apertura, quest’ultima ha fatto subito il giro dei social, dove si è divisa l’opinione pubblica: da una parte chi condanna il sovrapprezzo come una pratica inaccettabile e poco trasparente verso il cliente, dall’altra chi sottolinea come ogni ingrediente extra abbia un costo e quindi sia giusto pagare un piccolo supplemento. Resta però il fatto che, in un momento in cui le spese per le vacanze stanno aumentando in molteplici ambiti, l’attenzione verso la trasparenza e la correttezza nei prezzi dei locali pubblici è diventata una questione di grande interesse.
Non si può ignorare che durante l’estate, soprattutto in località molto frequentate dai turisti come Bari, il caro prezzi si manifesta in vari settori: dai voli ai servizi balneari, fino ai ristoranti e pizzerie, dove i listini spesso lievitano rispetto alla media annuale. Molti residenti e visitatori lamentano una tendenza al rialzo che rischia di rendere meno accessibile l’offerta gastronomica locale, influenzando l’esperienza complessiva del soggiorno. Questa nuova ondata di “scontrini pazzi” evidenzia quindi un problema più ampio legato alla gestione dei costi e alle aspettative dei consumatori. La richiesta di trasparenza e di prezzi giusti è più che mai attuale, anche perché un episodio apparentemente piccolo come un sovrapprezzo per il pepe può alimentare malumori e mettere in discussione la reputazione di un’intera categoria di esercizi commerciali.