A Torino la crisi abitativa continua ad aggravarsi, con una domanda crescente di case popolari e un’offerta che resta cronicamente insufficiente. A preoccupare è anche l’aumento degli sfratti, fenomeno acuitosi nel 2022 per via della crisi economica post-pandemica e della pressione inflattiva, che ha portato a quasi 190.000 provvedimenti esecutivi a livello nazionale.
In questo contesto, è tornata al centro del dibattito cittadino la proposta “Vuoti a rendere”, un’iniziativa popolare già presentata nel novembre 2024 e ora rilanciata con forza in Commissione consiliare.
L’obiettivo del provvedimento, formalmente intitolato “Nuove tutele per il diritto alla casa – censimento e restituzione alla Città di alloggi in stato di non uso”, è chiaro: censire gli immobili sfitti da oltre due anni, siano essi pubblici o privati, e valutare modalità per riportarli nel circuito abitativo, anche attraverso strumenti sanzionatori per i proprietari che mantengono le abitazioni in uno stato di abbandono ingiustificato.
Il sostegno alla proposta è arrivato da più forze di centrosinistra e Movimento 5 Stelle. L’assessore al Welfare Jacopo Rosatelli ha difeso la delibera definendola un “esercizio di responsabilità per un interesse pubblico” e ha invitato a superare le logiche del pregiudizio, ribadendo che non si tratta di una misura contro la proprietà privata. Anche l’assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni ha riconosciuto la necessità di azioni integrate e ha proposto di intervenire eventualmente sul nuovo Regolamento edilizio, piuttosto che modificare quello attuale.
Non sono mancate tuttavia le critiche, in particolare dal centrodestra. Il Gruppo di Forza Italia ha bocciato con forza la proposta, definendola pericolosa per la tutela della proprietà privata. In una dichiarazione che ha subito suscitato reazioni, il gruppo azzurro ha attaccato il Comune chiedendo: “Perché non si requisisce il centro sociale Askatasuna?” – in riferimento a uno degli storici spazi occupati torinesi. La provocazione ha voluto sottolineare, secondo Fi, l’incoerenza dell’Amministrazione, colpevole di colpire i proprietari immobiliari “già lasciati soli” e, con questo provvedimento, “ancora più scoraggiati ad acquistare casa”.
La proposta ha spaccato anche il Partito Democratico: se da una parte Claudio Cerrato ha elogiato il lavoro svolto dal comitato “Vuoti a rendere”, ha però espresso perplessità sull’ipotesi di requisire gli immobili in stato di abbandono, temendo ripercussioni giuridiche e politiche.
Il documento è stato ora liberato per l’aula e dovrà passare al vaglio del Consiglio Comunale, dove il confronto si annuncia acceso. La presidente del Consiglio Maria Grazia Grippo ha intanto ringraziato i promotori per aver sollevato un tema centrale, utile anche alla stesura del recente Piano dell’Abitare.