Dopo due settimane di latitanza, è stato catturato a Barcellona Andrea Cavallari, 26 anni, uno dei condannati per i fatti di Corinaldo. Il giovane, condannato a 11 anni e 10 mesi per la partecipazione alla banda che nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018 seminò il panico nella discoteca Lanterna Azzurra – provocando la dipartita di cinque minorenni e di una madre di 39 anni – era scomparso nel nulla lo scorso 3 luglio, subito dopo aver discusso la tesi in Scienze giuridiche all’Università di Bologna.
Secondo gli inquirenti, la fuga era stata pianificata nei minimi dettagli: la laurea sarebbe stata parte integrante del piano. Il permesso speciale concesso per sostenere la discussione finale gli ha offerto l’occasione ideale per dileguarsi, rinunciando così a ogni possibile beneficio legato alla buona condotta. Cavallari ha infatti lasciato la sua famiglia subito dopo il pranzo celebrativo, con la scusa di dover incontrare la fidanzata.
Da quel momento, di lui si erano perse le tracce. L’arresto è avvenuto nella tarda mattinata di giovedì 17 luglio, quando le forze dell’ordine spagnole lo hanno intercettato per strada nella città catalana. Si trovava da solo, senza documenti e in abiti semplici, probabilmente per non attirare l’attenzione.
Nelle settimane precedenti, gli investigatori avevano vagliato diverse ipotesi su dove potesse essersi rifugiato: tra le più accreditate, l’Ucraina o il Sudamerica, mete che – come riferito dallo stesso patrigno – “ti permettono di sparire davvero”. La sua cattura in Spagna, però, ha colto di sorpresa anche i familiari. Dagli atti e dalle intercettazioni emerge un profilo inquietante. Cavallari, anche durante il periodo detentivo, si sarebbe vantato con la ex fidanzata del suo trascorso giudiziario, ricordando con nostalgia l’epoca in cui girava in possesso di oggetti atti a offendere: mazza da baseball, piede di porco, spray urticanti e un taser ad anello facevano parte del suo “equipaggiamento”.
Le sue parole, captate in conversazioni telefoniche, delineano un’identità legata a un preciso stile di vita, caratterizzato da coercizione, disciplina e pianificazione sistematica. Il giovane non era nuovo a colpi anche fuori dai confini nazionali: dopo i fatti di Corinaldo, aveva partecipato con altri membri della banda a una rapina in Francia, nei pressi di Disneyland, dove vennero sottratte alcune collane. In quell’occasione furono fermati dalla polizia francese, ma in seguito rilasciati.
Tornati in Italia, avevano proseguito le attività fino all’arresto. Con il fermo odierno, Cavallari verrà ora sottoposto alle procedure di estradizione per tornare in Italia, dove dovrà scontare integralmente la pena inflitta. La sua fuga ha sollevato interrogativi anche sul sistema di gestione delle autorizzazioni per i detenuti temporaneamente in permesso: una riflessione su sicurezza e prevenzione sembra ormai inevitabile.