Nel mese di giugno 2025, l’inflazione continua a colpire duramente le famiglie italiane, aggravando le difficoltà quotidiane nel far fronte alle spese essenziali. Secondo i dati diffusi dall’Istat, il cosiddetto “carrello della spesa” – ovvero il paniere che include beni alimentari, per la casa e per la cura della persona – è aumentato del 2,8% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, segnando un ulteriore peggioramento rispetto al già preoccupante +2,7% registrato a maggio.
La dinamica dell’indice generale dei prezzi evidenzia un’accelerazione dei costi legati ai beni alimentari non lavorati, passati dal +3,5% al +4,2%, e dei servizi relativi ai trasporti, che salgono dal +2,6% al +2,9%. Anche i beni durevoli registrano una riduzione più contenuta rispetto al passato, mentre nel comparto energetico si osserva una flessione dei prezzi regolamentati, scesi dal +29,3% al +22,6%. Sul fronte dell’inflazione di fondo – che esclude le componenti più volatili come l’energia e gli alimentari freschi – si registra un lieve incremento, passando da +1,9% a +2%.
Le famiglie risentono in particolare dell’aumento dei beni acquistati con maggiore frequenza: pane, latte, detersivi, frutta, pasta, verdura e generi per l’igiene personale. L’incremento medio per questa categoria di prodotti è passato dal +1,5% al +2%. In termini concreti, ciò significa che i consumatori pagano sempre di più per i beni essenziali, con una pressione crescente sul budget domestico.
L’Unione Nazionale Consumatori (UNC), attraverso il presidente Massimiliano Dona, parla di una “stangata continua” per le famiglie italiane, specialmente per quelle con redditi medio-bassi. Secondo le stime dell’associazione, per una famiglia composta da due genitori e due figli, l’aumento dei prezzi equivale a una spesa annua extra di circa 630 euro, di cui ben 337 euro solo per il carrello della spesa e 320 euro per alimenti e bevande analcoliche.
Anche le famiglie più piccole non sono risparmiate: una coppia con un figlio affronta un aumento di circa 569 euro, mentre la spesa aggiuntiva media per una famiglia “tipo” è di 453 euro. A complicare ulteriormente la situazione c’è l’impatto dei rincari sui costi delle vacanze estive. Il Codacons evidenzia come le tariffe legate al turismo abbiano subito forti rialzi: voli nazionali +38,7%, traghetti +19,6%, pacchetti vacanza +8,7%, ristorazione e bar tra +3% e +3,8%. Secondo l’associazione, l’estate 2025 rischia di diventare una delle più onerose degli ultimi anni, con una spesa extra stimata in circa 559 euro per la famiglia media.
Assoutenti, infine, denuncia un quadro altrettanto preoccupante sul fronte alimentare. Prodotti come burro (+19,7%), caffè (+24,8%), cacao (+21,3%) e cioccolato (+12,9%) registrano aumenti a doppia cifra, mentre frutta e verdura – in piena stagione estiva – non fanno eccezione: agrumi +15,8%, pesche e nettarine +13,5%, pomodori +7,4%. L’associazione chiede al governo un intervento urgente per monitorare e contenere i rincari, soprattutto nei comparti alimentare e turistico, che incidono in modo diretto sulla quotidianità delle famiglie italiane. Senza misure correttive, l’inflazione continuerà a comprimere i consumi e a pesare su bilanci già messi a dura prova.