Delitto di Garlasco, colpo di scena sull’impronta 33: i consulenti dei Poggi smentiscono il legame con Andrea Sempio

Una perizia di parte, commissionata dai genitori di Chiara Poggi, ha stabilito che l’impronta 33 rinvenuta nella villetta di Garlasco non appartiene ad Andrea Sempio e non è collegata alla dinamica del delitto.

Delitto di Garlasco, colpo di scena sull’impronta 33: i consulenti dei Poggi smentiscono il legame con Andrea Sempio

Un nuovo sviluppo riapre il dibattito sul caso di Garlasco, a quasi vent’anni dalla morte di Chiara Poggi. Secondo una perizia di parte richiesta dai genitori della giovane, la cosiddetta “impronta 33” trovata sulle scale della villetta di via Pascoli non apparterrebbe ad Andrea Sempio, smentendo le ricostruzioni precedenti della Procura di Pavia.

L’impronta 33, così come è stata catalogata nei fascicoli investigativi, fu rilevata nel 2007 all’interno della villetta dove fu rinvenuto il corpo di Chiara Poggi. Per anni è rimasta uno dei tanti elementi non chiariti fino in fondo. Ora, secondo i consulenti tecnici nominati dai genitori della ragazza, quell’impronta non sarebbe riconducibile ad Andrea Sempio, amico di Marco Poggi e frequentatore abituale della casa.

I legali della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, hanno chiarito che la perizia conferma “l’estraneità dell’impronta alla dinamica del fatto” e ne esclude la compatibilità con il profilo palmare di Sempio. L’impronta risulterebbe, inoltre, priva di qualsiasi traccia di liquidi biologici, come già confermato anni fa anche dai rilievi del Ris di Parma.

Proprio sulla base di questi nuovi riscontri, la famiglia Poggi aveva richiesto l’apertura di una verifica giudiziaria per cristallizzare in sede processuale il dato tecnico. Tuttavia, la richiesta è stata respinta dalla Procura di Pavia, che ha preferito riservarsi la valutazione diretta delle risultanze peritali. Andrea Sempio, attualmente indagato per concorso nel fatto, resta comunque coinvolto nell’inchiesta, anche se le prove a suo carico sono sempre apparse deboli e indirette.

Il rifiuto della verifica giudiziaria ha deluso i legali della famiglia Poggi, che puntavano a un accertamento definitivo sull’impronta 33. Secondo gli avvocati, tale verifica avrebbe potuto chiarire una volta per tutte il ruolo – o l’assenza di ruolo – di Sempio nella vicenda.

Parallelamente, proseguono gli approfondimenti previsti nell’ambito dell’attuale fase istruttoria. Il prossimo 4 luglio si procederà con nuove campionature su alcuni tamponi già repertati nel 2007, tra cui tracce che all’epoca non avevano restituito risultati significativi. Saranno inoltre esaminati un frammento del tappetino del bagno e un capello – o forse un pelo animale – rinvenuto all’interno di un sacco della spazzatura. I risultati di questi esami sono attesi nei giorni successivi e potrebbero contribuire a far luce su nuovi elementi, finora rimasti sullo sfondo.

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