Gaza, la crisi della fame: l’esercito israeliano apre il fuoco sui civili in coda per il pane, almeno 38 persone hanno perso la vita

A Gaza, almeno 38 civili hanno perso la vita mentre attendevano gli aiuti alimentari: l’esercito israeliano avrebbe aperto il fuoco senza preavviso sui punti di distribuzione della GHF, aggravando ulteriormente una crisi umanitaria ormai fuori controllo.

Gaza, la crisi della fame: l’esercito israeliano apre il fuoco sui civili in coda per il pane, almeno 38 persone hanno perso la vita

Nella giornata del 16 giugno 2025, la Striscia di Gaza è stata nuovamente scenario di un episodio di estrema gravità che ha attirato l’attenzione internazionale. Secondo fonti sanitarie e media indipendenti, almeno 38 civili palestinesi hanno perso la vita mentre si trovavano in fila nei pressi dei centri di distribuzione alimentare gestiti dalla Gaza Humanitarian Foundation (GHF), un’organizzazione sostenuta da Stati Uniti e Israele.

L’esercito israeliano avrebbe aperto il fuoco sulla folla per disperdere l’assembramento, dando luogo a una tragedia che si inserisce in una crisi umanitaria sempre più fuori controllo. Le ricostruzioni, confermate anche dall’agenzia Associated Press, parlano di scene strazianti: centinaia di persone, stremate da mesi di privazioni, si erano radunate per ottenere generi alimentari essenziali.

Secondo quanto riferito da un corrispondente di Al Jazeera da Deir el-Balah, i colpi sarebbero stati esplosi senza alcun preavviso. La Protezione civile della Striscia ha segnalato che almeno 20 persone hanno perso la vita mentre cercavano di raggiungere un centro di raccolta a Rafah, nel settore meridionale, mentre oltre 200 sono state soccorse in condizioni di salute critiche e condotte all’ospedale Nasser di Khan Yunis e alla struttura da campo gestita dalla Croce Rossa.

Altre testimonianze riportano episodi simili in più zone. Nel centro della Striscia, nei pressi del corridoio di Netzarim, tre civili non ce l’hanno fatta, mentre decine di persone sono state soccorse sul posto. A sud, nei pressi di un altro punto della GHF, sono state segnalate altre dieci persone senza vita e numerosi casi di emergenza sanitaria. In molte aree, le ambulanze e le squadre mediche fanno fatica a fronteggiare la quantità di richieste di soccorso.

Gli episodi si sono estesi anche a nord e nelle aree centrali: secondo quanto riferito da fonti locali, raid aerei hanno colpito le zone di Beit Lahiya e del campo di Nuseirat, causando ulteriori perdite. Solo nella giornata precedente erano stati registrati altri 79 decessi, segno che la tensione in tutta la Striscia continua a crescere. I centri di distribuzione, nati con l’obiettivo di offrire un minimo di ristoro a una popolazione allo stremo, stanno diventando luoghi dove anche l’accesso a un pezzo di pane comporta rischi estremi. In questo clima, la tensione tra Israele e Iran getta ulteriori ombre sul futuro della regione. Musa Abu Marzouk, esponente dell’ufficio politico di Hamas, ha ipotizzato che un ampliamento delle ostilità con Teheran potrebbe indurre Israele a rallentare temporaneamente le operazioni nella Striscia, ma senza un reale cambiamento di rotta.

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