Garlasco, riemerge l’impronta 33: tra nuovi indagati e reperti dimenticati, il delitto di Chiara Poggi si riapre

La riapertura del caso Garlasco si arricchisce di nuovi elementi: l’impronta 33 attribuita ad Andrea Sempio e due orecchini insanguinati mai analizzati potrebbero riscrivere la storia del delitto Chiara Poggi.

Garlasco, riemerge l’impronta 33: tra nuovi indagati e reperti dimenticati, il delitto di Chiara Poggi si riapre

Da quasi vent’anni il caso di Garlasco continua a dividere l’opinione pubblica, riaccendendo ora l’attenzione grazie a nuove perizie e reperti finora trascurati. Al centro del dibattito giudiziario è tornata l’ormai nota “impronta 33”, rilevata sul muro della scala nei pressi del corpo di Chiara Poggi, la giovane trovata senza vita nella sua abitazione il 13 agosto 2007. La Procura di Pavia, con una recente consulenza tecnica, ritiene che quella traccia possa essere ricondotta ad Andrea Sempio, amico del fratello della ragazza, oggi formalmente indagato per concorso nell’accaduto.

Alla base della riapertura vi sono nuove attività investigative che hanno portato alla luce reperti mai esaminati, tra cui due orecchini con tracce ematiche. Secondo la genetista incaricata, questi oggetti potrebbero conservare ancora profili genetici utili a chiarire la dinamica dei fatti, aprendo la possibilità a scenari finora non esplorati. Ma è proprio l’impronta a concentrare le attenzioni maggiori.

Luciano Garofano, ex comandante del Ris e attualmente consulente della difesa di Sempio, ha sostenuto con fermezza che l’impronta non presenta residui ematici. Trattata con ninidrina, un reagente che reagisce agli amminoacidi, la traccia assume in alcune aree una colorazione rossastra che – secondo Garofano – non va confusa con la presenza di emoglobina. Tale elemento, se confermato, metterebbe in discussione il legame diretto tra la traccia e l’ambiente in cui si è verificato l’episodio.

Garofano ha inoltre ricordato che l’impronta era già stata analizzata nel 2007, ma considerata all’epoca non adatta per identificare con certezza una persona. Il frammento di muro su cui era impressa fu poi rimosso in un accertamento irripetibile, rendendo impossibili nuove verifiche dirette sul reperto originale.

Anche le tecniche digitali impiegate nella nuova perizia vengono messe in discussione: per la difesa si tratterebbe di strumenti già usati allora, come software grafici impiegati per migliorare la leggibilità dell’immagine, senza però introdurre innovazioni sostanziali.

In attesa di ricevere tutti i documenti della consulenza da parte della Procura, i legali di Sempio hanno presentato una richiesta urgente per accedere agli atti e predisporre una relazione tecnica a sostegno della propria posizione. Parallelamente, l’attenzione si concentra su elementi rimasti in ombra per anni, come i due orecchini, la cui analisi potrebbe rivelarsi decisiva.

 

 

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