Perdere una figlia è un’esperienza terribile e difficile per qualsiasi genitore. Non si riesce a farcela a sopportare un’esperienza del genere. Qualche genitore tende a chiudersi in sé stesso, nel proprio dolore, andando anche incontro a esperienze negative, mentre altri provano a trovare nuove ragioni di vita pur con la sofferenza che portano dentro. La storia qui presente è di riscatto ma anche di tanta speranza con protagonista Massimo Di Menna.
Un uomo che, nel giro di appena cinque anni, ha subito due perdite fondamentali. Prima ha perso la figlia di 12 anni a causa di una patologia e poi l’altra figlia di 23 per via di un incidente stradale avvenuto in Marocco dove stava celebrando il suo primo contratto di lavoro. Un uomo che non si è arreso, ha continuato la sua vita grazie al Campus dei Campioni.
Un uomo di professione ingegnere, che sognava di diventare medico e che, grazie a questo terreno, dedicato alle figlie, ha deciso di realizzare un progetto molto importante. Il nome di questo progetto o terreno che si estende tra 21 ettari nelle zone di Bologna, San Lazzaro, Castenaso e Medicina, è proprio dedicato alle figlie.
Un terreno con più di 12 mila alberi dove sta sorgendo un centro multifunzionale dedicato a ogni tipo di attività: dal ristorante alla palestra fino ad altre cooperative completamente gratuito e aperto ai cittadini con un’attenzione particolare riservata alla disabilità e alla fragilità. Un modo per tenere anche in vita Maia, la figlia più piccola portandola così dentro il Campus.
Alcune attività sono già partite mentre altre sono in fase di costruzione, come lui stesso ammette: “Cercavo una cosa che mi desse sollievo, ma devo ammettere che è stato un progetto davvero impegnativo. Sarà un’area importantissima per Bologna”. A questa iniziativa ne è seguita un’altra, come la scuola per bambini in Rwanda, che porta il nome di Micol, l’altra figlia perduta.
Oltre a essere impegnati nell’ambito imprenditoriale, la madre si è dedicata alla scrittura di un libro dal titolo Dopo torno proprio dedicato alle due figlie con l’immagine di loro due sotto i portici della città di Bologna.