Fabiana, dieci giorni di domande ancora senza risposta

La vicenda di Fabiana si tinge di ulteriori ombre mentre si attendono i risultati delle analisi sul DNA e i riscontri dalle telecamere di sorveglianza della zona.

Fabiana, dieci giorni di domande ancora senza risposta

GIULIANOVA. Sono trascorsi dieci giorni dal macabro ritrovamento del corpo semicarbonizzato di Fabiana Piccioni, 46 anni, in via Cavoni. Nonostante le indagini siano in corso, numerosi interrogativi restano ancora senza risposta, alimentando un clima di incertezza e strazio. L’unica certezza emersa dall’autopsia è che il decesso di Fabiana sia stata causata da un malore, risultato di un mix letale di sostanze stupefacenti e alcol, in particolare cocaina e oppiacei. Tuttavia, i punti oscuri della vicenda sono molti: chi le ha ceduto le sostanze stupefacenti? È la stessa persona che ha tentato di distruggere il corpo? Dove sono finiti i suoi effetti personali – bicicletta, cellulare, vestiti e borsa? Infine, il quesito più cruciale: Fabiana è morta nel luogo del ritrovamento, o è stata trasportata lì dopo il decesso?

Le piste investigative

Gli inquirenti stanno vagliando due possibili scenari: la donna potrebbe essere morta direttamente in via Cavoni, dove si sarebbe appartata con qualcuno, oppure in una casa privata. In quest’ultimo caso, il corpo sarebbe stato successivamente spostato e abbandonato nel terreno dove è stato rinvenuto. Un elemento chiave nelle indagini è rappresentato dall’ultimo accesso al cellulare di Fabiana, registrato il 3 gennaio, in una cella telefonica che copre il quartiere Annunziata, ma che si estende anche alle zone di Villa Pozzoni e Colleranesco. Questa informazione allarga il raggio delle ipotesi sul luogo esatto in cui la donna possa aver trascorso le sue ultime ore.

L’attività investigativa

I carabinieri della compagnia di Giulianova, coordinati dalla Procura, hanno già ascoltato diverse persone vicine a Fabiana, esaminato i tabulati telefonici e visionato le immagini delle telecamere di sorveglianza della città. Particolare attesa è rivolta ai risultati delle analisi dei Ris di Roma, che stanno esaminando tracce di DNA estranee al corpo di Fabiana. Questi esiti potrebbero fornire una svolta decisiva all’indagine.

Una vita difficile e ricca di esperienze

Fabiana Piccioni si era allontanata da casa il 2 gennaio, uscendo con la sua bicicletta, un mezzo che usava spesso per spostarsi in città. La mattina del 3 gennaio aveva inviato un messaggio alla madre per rassicurarla sul fatto che stava bene. Tuttavia, il 4 gennaio, non vedendola rientrare, i genitori hanno sporto denuncia di scomparsa. Cinque giorni dopo, la disgrazia scoperta in via Cavoni. Fabiana aveva un passato complesso ma pieno di esperienze: aveva lavorato come estetista e barista, partecipato ad attività di volontariato e frequentato gruppi di preghiera al Santuario dello Splendore, soprattutto dopo un periodo trascorso in una comunità di recupero. Nel 2019, aveva persino tentato la carriera politica, candidandosi a consigliere comunale.

La speranza di risposte

La famiglia di Fabiana, assistita dall’avvocato Pierfrancesco Manisco, attende con ansia che le indagini facciano chiarezza su questa disgrazia vicenda. Lo strazio per la perdita si unisce alla richiesta di giustizia e verità, per mettere fine ai tanti dubbi che circondano le ultime ore di Fabiana. L’intera comunità di Giulianova rimane scossa e si stringe alla famiglia, in attesa di risposte che possano far luce su un dramma che ha lasciato un segno indelebile.

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