GIULIANOVA. Dopo le prime evidenze emerse dall’autopsia, il caso di Fabiana Piccioni si arricchisce di nuovi elementi grazie agli accertamenti in corso presso il RIS di Roma. Nei laboratori del raggruppamento scientifico dei carabinieri, i reperti raccolti in via Cavoni e i tamponi effettuati sul corpo della donna vengono analizzati con estrema precisione. Tra i risultati preliminari, sembra siano state individuate tracce di DNA appartenenti a persone diverse da Fabiana. Queste tracce, per acquisire valore probatorio, dovranno essere comparate con altri campioni utili alle indagini. Si tratta però di un primo passo fondamentale per risalire agli ultimi contatti della 46enne di Giulianova, il cui corpo semicarbonizzato è stato rinvenuto il 9 gennaio, dopo che era scomparsa di casa il 2 gennaio e aveva inviato l’ultimo messaggio alla madre il giorno successivo, rassicurandola: «Sto bene, tranquilla, torno presto».
L’ipotesi prevalente: decesso e occultamento in via Cavoni
Tra le piste investigative, una ipotesi comincia a prendere forma con maggiore chiarezza: Fabiana potrebbe essere deceduta proprio nel luogo in cui è stata trovata. Si sospetta che la donna abbia avuto un malore fatale, probabilmente causato dall’assunzione di un mix di sostaze stupefacenti, mentre si trovava nella macchina di una persona non ancora identificata. Dopo il decesso, il responsabile avrebbe deciso di bruciare il corpo, spostandolo fuori dall’abitacolo. Gli investigatori stanno analizzando i tabulati telefonici, dai quali emerge che una delle ultime chiamate fatte dal cellulare di Fabiana, spento dal 3 gennaio, ha agganciato una cella telefonica nella zona dell’Annunziata, nei pressi di via Cavoni.
Indagini in corso e testimonianze raccolte
I carabinieri continuano a raccogliere testimonianze da persone informate sui fatti, nel tentativo di ricostruire gli spostamenti della donna nei giorni precedenti al ritrovamento. Un supporto cruciale è fornito dalle telecamere di videosorveglianza, sia pubbliche che private, le cui immagini potrebbero rivelare dettagli significativi. Parallelamente, proseguono le ricerche per rintracciare oggetti personali di Fabiana, tra cui i vestiti che indossava, il telefono cellulare e la bicicletta con cui era uscita di casa il 2 gennaio.
Un passato di lotte e speranze
Fabiana Piccioni, in passato estetista, barista e volontaria, aveva attraversato momenti difficili, compreso un periodo in una comunità di recupero. Negli ultimi anni aveva partecipato attivamente a gruppi di preghiera e si era anche candidata come consigliera comunale nel 2019 con la lista “Idea”. Viveva con i familiari e, il giorno della sua scomparsa, aveva lasciato casa in bicicletta senza più farvi ritorno.
Domande ancora senza risposta
Dove è stata Fabiana nei giorni tra il 2 e il 9 gennaio? Con chi ha trascorso le sue ultime ore? Perché nessuno l’ha soccorsa al momento del malore? E soprattutto, chi è la persona che ha bruciato il corpo tentando di occultare ogni traccia?
Il fascicolo d’indagine
La procura, guidata dal PM Greta Aloisi, ha aperto un fascicolo contro ignoti per “decesso come conseguenza di altro reato“, che potrebbe includere ipotesi come omissione di soccorso e soppressione di cadavere. Al momento, non ci sono indagati ufficiali, ma gli inquirenti sono al lavoro per dare risposte a una vicenda che resta avvolta nel mistero e che ha profondamente scosso la comunità di Giulianova. Le indagini, rese particolarmente complesse dalla natura degli eventi, proseguono senza sosta, nella speranza di ricostruire la verità e fare giustizia per Fabiana.