Fermata una suora nel Bresciano, avrebbe favorito gli affari della ‘ndrangheta

La suora sarebbe coinvolta nella rete dei collaboratori della ‘ndrangheta calabrese Tripodi, 25 dei quali sono in stato di fermo. Due di loro, Galeazzi e Acri, sono ai domiciliari.

Fermata una suora nel Bresciano, avrebbe favorito gli affari della ‘ndrangheta

La suora, Anna Donelli, nata a Cremona il 22 dicembre 1966, sarebbe coinvolta nella rete dei collaboratori della ‘ndrangheta calabrese Tripodi, 25 dei quali sono stati fermati dopo un’accurata indagine della procura di Brescia, con varie imputazioni a loro carico, fra cui traffico di stupefacenti, armi, usura, estorsioni, riciclaggio ed evasione fiscale.

Alla maxi operazione, che ha portato al fermo di 25 residenti nelle province di Brescia, Milano, Lecco, Como, Varese, Viterbo e Reggio Calabria, hanno partecipato polizia, carabinieri e Guardia di Finanza, rappresentata dal Nucleo P.E.F. – G.I.C.O. e  dal Servizio Centrale I.C.O. di Brescia. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Brescia. 

Oltre ai fermati, sono stati sequestrati anche 1.800.000 euro. Il compito della religiosa era quello di assicurare le relazioni con i membri del clan calabrese Tripodi che si trovavano dietro le sbarre. Fra i nomi delle persone tratte in arresto ci sono quelli di Mauro Galeazzi, in passato militante nella Lega del Comune di Castel Mella, indagato per tangenti ma poi prosciolto, e Giovanni Acri, ex consigliere al comune di Brescia, eletto nel partito Fratelli d’Italia. Sia per Galeazzi che per Acri sono stati disposti i domiciliari.

Le persone fermate nella maxi operazione hanno operato, secondo quanto emerso dalle indagini, per ottenere vantaggi patrimoniali illegali e rendere ancora più salda la collaborazione fra i membri, allo scopo di favorire ulteriore potere al clan Tripodi. Non solo, pare che fra le varie imputazioni vi sia anche quello dello scambio di voti per ottenere l’accesso agli appalti pubblici.

E’ quanto emerso della Procura antimafia su Mauro Galeazzi e Stefano Terzo Tripodi: quest’ultimo, durante la sua candidatura a sindaco al Comune di Castel Mella, avrebbe proposto a Galeazzi di fargli capitare dei voti al fine di accedere agli appalti pubblici che si sarebbero tenuti nel mese di ottobre 2021 a Castel Mella, in occasione delle consultazioni comunali.

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