X, il flop del rebranding di Twitter: tra utenti in fuga e ricavi in salita

Il rebranding di Twitter in X ha causato una diminuzione dei download e degli utenti attivi, ma anche un aumento dei ricavi e dei download di Twitter Lite. Le piattaforme concorrenti hanno avuto risultati variabili.

X, il flop del rebranding di Twitter: tra utenti in fuga e ricavi in salita

Twitter, il famoso social network dei cinguettii, ha cambiato nome in X. La decisione è stata presa dal suo nuovo proprietario, Elon Musk, che ha acquistato la piattaforma lo scorso anno. Ma il rebranding non è stato accolto bene dagli utenti, che hanno manifestato il loro disappunto e la loro confusione.

I dati raccolti da Sensor Tower mostrano infatti che il cambio di nome ha avuto effetti negativi sulle performance dell’app. Secondo le statistiche, i download di X sono calati del 12% nelle quattro settimane successive al rebranding, rispetto al mese precedente. Gli utenti attivi quotidiani sono scesi del 4%, passando da 206 milioni a 198 milioni. La posizione dell’app nella classifica globale delle app più scaricate è scesa da 32° a 36°.

Questi dati suggeriscono che molti utenti hanno perso interesse o fiducia nel servizio, o che non hanno capito che X è il nuovo nome di Twitter. Tuttavia, non tutto è andato male per X. Il rebranding ha avuto anche alcuni effetti positivi, soprattutto sul fronte dei ricavi. Sensor Tower rileva infatti che i ricavi di X sono saliti del 25%, grazie soprattutto agli utenti iOS, che hanno aumentato le loro spese del 24%. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che gli utenti iOS sono più propensi a pagare per i servizi premium o per le funzionalità esclusive di X, come i Super Follows.

Un altro effetto curioso del rebranding è stato quello di favorire l’app Twitter Lite, una versione più leggera e meno esigente di risorse del social network. Twitter Lite non è stata ancora coinvolta dal cambio di nome, e quindi appare ancora come Twitter sugli store digitali. Molti utenti, forse ignari del rebranding o alla ricerca del vecchio brand, hanno scaricato Twitter Lite al posto di X. Questo ha portato a un incremento dei download di oltre il 350%, soprattutto da parte di utenti provenienti dagli Stati Uniti, dall’Indonesia e dall’India.

L’effetto però è durato poco, solo una settimana o due dopo il rebranding. Il cambio di nome di Twitter in X ha avuto anche ripercussioni sulle piattaforme concorrenti, ma non è facile stabilire chi ne abbia tratto vantaggio o svantaggio. Per esempio, Threads, l’app lanciata da Mark Zuckerberg e dalla sua Meta per contrastare X, ha avuto un andamento altalenante: nella settimana successiva al rebranding ha subito un crollo dei download del 70%, scendendo al 16° posto nella classifica globale; nella settimana successiva invece è risalita del 50%, portandosi al 12° posto.

Altri competitor come Bluesky e Mastodon hanno avuto risultati contrastanti: Bluesky ha registrato un aumento dei download del 180% nella prima settimana dopo il rebranding, ma poi è calata del 25% nella seconda; Mastodon invece ha avuto un incremento del 15% nella prima settimana, ma poi è scesa del 40% nella seconda. Questi dati indicano che molti utenti sono insoddisfatti di X, ma non hanno ancora trovato una valida alternativa. In conclusione, possiamo dire che il rebranding di Twitter in X è stato un’operazione rischiosa e controversa, che ha avuto conseguenze sia positive che negative sulla piattaforma social.  Il futuro di X dipenderà dalla capacità di Elon Musk di convincere gli utenti a seguire la sua visione e di offrire loro un servizio innovativo e di qualità.

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