Twitter cambia nome in “X”, ma incontra ostacoli e polemiche

Twitter cambia nome in "X" su volere di Elon Musk, ma l'operazione incontra ostacoli e controversie legali, rischiando battaglie giudiziarie con aziende rivali.

Twitter cambia nome in “X”, ma incontra ostacoli e polemiche

Il colosso dei social media Twitter ha sorpreso tutti ieri annunciando il suo cambio di nome in “X” (sebbene il nome dominio sia ancora twitter.com), una mossa voluta dal suo nuovo CTO e proprietario Elon Musk, che ha spiegato di voler dare una nuova identità e una nuova visione alla piattaforma. Tuttavia, il rebranding non è stato privo di difficoltà e controversie, sia a livello pratico che legale. La prima complicazione si è verificata quando gli operai hanno iniziato a sostituire l’insegna con il vecchio logo di Twitter con quella con la nuova lettera “X” sulla facciata della sede centrale di San Francisco.

A metà lavoro, sono intervenuti gli agenti della polizia locale, che hanno bloccato l’operazione per verificare la regolarità delle autorizzazioni per la chiusura della strada e l’uso della gru. La scena è stata immortalata e condivisa da molti utenti online, proprio su Twitter, scatenando commenti e speculazioni sul motivo dello stop. In realtà, si è trattato di un malinteso: la polizia ha chiarito al giornale locale San Francisco Standard che non era stata commessa alcuna violazione e che la questione non rientrava nella sua competenza.

Tuttavia, l’operazione è stata comunque sospesa, lasciando sull’edificio solo le lettere “er” del vecchio nome. Si presume che il lavoro verrà completato nelle prossime ore, ma non si sa se Musk e i suoi collaboratori siano soddisfatti dell’accaduto. Ma il problema dell’insegna potrebbe essere solo la punta dell’iceberg rispetto alle sfide legali che attendono Twitter, o meglio “X”, nel suo tentativo di rinnovarsi.

La lettera “X” è infatti molto ambita e utilizzata da altre aziende e marchi, soprattutto nel settore tecnologico e digitale. Secondo l’avvocato Josh Gerben, esperto in trademark, intervistato da Reuters, negli Stati Uniti la “X” è stata registrata quasi 900 volte in diversi ambiti commerciali, e tra questi ci sono giganti rivali come Meta o Microsoft. Meta, in particolare, detiene il marchio per “X” in relazione ai servizi di social networking online nel campo dell’intrattenimento, del gaming e dello sviluppo di applicazioni.

Si tratta di un settore molto vicino a quello di Twitter, che potrebbe quindi incorrere in una violazione dei diritti di Meta. Inoltre, Meta e Musk sono già in competizione per il progetto Threads, una piattaforma di comunicazione basata sulla realtà aumentata lanciata dal fondatore di Tesla. “La possibilità che Twitter venga citata in giudizio da qualcuno è del 100%“, ha affermato Gerben con una punta di ironia. Ma la realtà è che il rischio di una battaglia legale per il rebranding di Twitter è molto alto, e potrebbe mettere a repentaglio la strategia di Musk di dare una nuova immagine e una nuova direzione al social network.

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