Twitter, il social del canarino azzurro che di recente è stato acclamato come uno dei migliori nell’affrontare la disinformazione da coronavirus, da diverso tempo è impegnato nel rivoluzionarsi profondamente: gli ultimi rumors confermano questo trend, focalizzandosi sull’abbonamento Blue e sugli Spaces che, tra le altre cose, sono stati finalmente aperti in forma stabile a tutti gli utenti di Android.
Nelle scorse ore, la pubblicazione di una ricerca condotta dall’editore americano SAGE Publishing ha permesso di appurare come, mentre YouTube, Facebook, Messenger e WhatsApp abbiano effetti positivi in termini di propagazione delle notizie false sul coronavirus, nel caso di Twitter gli effetti sarebbero negativi. Lo studio in questione è stato condotto in una serie di paesi (tra cui Austria, Francia, Svizzera, UK, Regno Unito, Germania, Ungheria, Grecia, Paesi Bassi, Svezia, Romania, Spagna, Norvegia e Italia) su persone che frequentavano i social network (es. Twitter , Instagram, YouTube, Snapchat, Facebook) alle quali sono state poste alcune domande in merito a note bufale circolanti sul Covid (es. se sia il frutto di un esperimento militare americano segreto o se sia stato diffuso dalla Cina in modo deliberato per danneggiare le persone), con annessa possibilità di scegliere in un panel di 5 risposte tra: molto falso, alquanto falso, alquanto vero, incerte se vero o falso e molto vero.
Gran parte del merito di questo risultato sarebbe imputabile sia al noto sistema di avvisi progressivi (dopo 5 dei quali scatta il ban) che apparirebbe quando un contenuto viola le policy del social, che al meccanismo delle etichette, cadenzate nella lingua di visualizzazione dell’utente e con annessi link alle regole di Twitter o a informazioni verificate dagli enti di salute pubblica.
Come noto, da qualche tempo anche Twitter ha realizzato un proprio equivalente delle chat audio di gruppo di Clubhouse, chiamandolo Spaces. Inizialmente il servizio era riservato agli utenti iOS ma, a inizio anno, ha cominciato ad affacciarsi su Android, tanto che gli utenti del robottino verde potevano unirsi agli Spazi creati da altri. A Marzo, poi, ad alcuni utenti è stato offerta, quale test, la possibilità di varare dei propri Spaces e, ora, con un po’ di ritardo sulla tabella di marcia (Aprile!), tale opportunità è stata finalmente estesa a tutti gli utenti di Android. Per creare il proprio Spazio, aggiornato il client Twitter per Android, basta andare sul pulsante più in basso a destra e toccare la prima voce che appare dal menu contestuale, appunto Spazi. A quel punto apparirà una finestra che chiederà di dare un nome allo Spazio, magari di programmarne l’inizio e di toccare il pulsante blu “Avvia Spazio” in basso. Espletato questo passaggio, lo Spazio diverrà pubblico e si potranno invitare altri utenti, attivare o meno degli effetti sonori, accendere-spegnere il microfono, reagire via emoji e implementare i sottotitoli.
In tema di rumors, una delle prime indiscrezioni attualmente circolanti, grazie all’impegno del leaker Alessandro Paluzzi, riguarda proprio gli Spaces, la cui registrazione sarà sì possibile ma, secondo i progetti del team del CEO Jack Dorsey, scadrà dopo 30 giorni. Non meno interessante è quanto è in serbo per gli abbonati a Twitter Blue, il piano a pagamento di Twitter che, sicuramente inclusivo anche della funzione Top Articles (articoli principali, cui si continua a lavorare), nella sezione Labs, darà modo di provare in anteprima delle nuove funzionalità tra cui, è confermato, vi sarà anche la facoltà di pinnare in alto, nei messaggi privati, le conversazioni che interessano di più.