In un anno caratterizzato da grandi cambiamenti, tra cui il varo delle proprie Storie, i Fleets, Twitter, ancora impegnato nello sviluppare la nuova funzione degli Audio Space (che secondo recenti rumors dovrebbe supportare un totale di 10 persone contro le 2 precedenti), e nell’adeguare le policy contro i discorsi d’odio, ha deciso anche di tagliare qualche “ramo secco”, chiudendo alcuni esperimenti non andati a buon fine, o stoppando delle funzionalità ritenute forse accessorie.
In un comunicato diramato giovedì, il team del CEO Jack Dorsey ha annunciato la conclusione del test, trapelato nel Settembre del 2018 e nel Maggio scorso corretto con rientri e linee apposite, che visualizzava le risposte a un post in forma di discussione (ramificata): partita come test per migliorare la leggibilità e la partecipazione alle discussioni, la nuova feature ha ottenuto feedback negativi, in cui si lamentava, invece, una maggiore difficoltà nell’intendere quello che veniva detto.
Promettendo diverse modalità “per migliorare le conversazioni su Twitter“, la piattaforma del canarino azzurro ha anche riferito l’intenzione di chiudere lo spin-off Twttr che, varato nel 2019, aveva lo scopo di far testare agli utenti, in anteprima, future ed eventuali novità: ora, per seguire l’evoluzione di quel che sarà il microblog dai 280 caratteri occorrerà far riferimento all’applicazione standard.
Ancora in tema di chiusure, secondo il leaker Alessandro Paluzzi, Twitter starebbe per chiudere il negozio interno alla piattaforma di videostreaming Periscope, che permetteva di remunerare i propri streamer preferiti assegnando loro dei super cuori (Super Hearts), che potevano essere ottenuti comprando – nel menzionato store – dei pacchetti di monete digitali. Le monete rimanenti in proprio possesso, a quanto pare, potranno essere “smaltite” assegnando dei Super Heart ancora entro il 31 Marzo 2021.
Da tempo, Twitter è impegnata nel rendere più sicura la propria piattaforma e, in tal senso, dal Febbraio scorso ha preso a etichettare i media manipolati quale escamotage per arginare la disinformazione, mentre risale a un mese dopo, a Marzo, il precedente ritocco alle policy sull’hate speech, che proibiva i discorsi che disumanizzavano le persone sulla base di criteri quali malattia, disabilità, o età. Proprio tali policy sono state appena aggiornate e, ora, proibiscono anche la disumanizzazione sulla base dell’origine nazionale, dell’etnia, e della razza: a seguito di queste novità, tramite strumenti proattivi e rimozioni post segnalazioni, verranno cancellati i contenuti in violazione delle nuove norme e, in caso di reiterate violazioni, si procederà al blocco/sospensione temporanea dell’account reo.