Nella strategia di contenimento della crisi economica dovuta al diffondersi del Coronavirus la cassa integrazione ha certamente assunto un ruolo centrale per garantire continuità di reddito a tantissimi lavoratori dipendenti colpiti dal lockdown e quindi dalla sospensione delle attività. Il governo ha deciso di varare un piano di larga portata, ma sul punto restano tensioni soprattutto per quanto concerne i rilievi tecnici.
A tal proposito, l’elemento di maggiore tensione riguarderebbe la possibile mancanza di coperture per circa 7 miliardi di euro. Un problema che sarebbe emerso durante la giornata di ieri nell’incontro in videoconferenza che si è tenuto tra i capi delegazione del MEF e il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Secondo quanto riportato da fonti giornalistiche, il nodo sarebbe attribuibile ad un possibile errore di calcolo da parte dell’Inps.
Altri avevano attribuito l’errore al Ministero del Lavoro, ma lo stesso ha smentito in via categorica il proprio coinvolgimento all’agenzia di stampa AdnKronos. Sul punto sarà comunque necessario trovare una quadra, visto che il nuovo decreto legge contenente l’estensione degli ammortizzatori sociali è quanto mai urgente, oltre che molto atteso dai lavoratori potenzialmente coinvolti.
Cassa integrazione e Coronavirus, le mancate trasmissioni delle richieste da parte delle Regioni
Sulla questione dei calcoli tecnici relativi alla copertura della cassa integrazione resta il nodo delle mancate trasmissioni all’Inps (o dei ritardi nel relativo invio) da parte delle Regioni. Proprio questo punto avrebbe comportato l’errore nei calcoli delle coperture, così come lo slittamento nei pagamenti per molti lavoratori che ancora oggi attendono di ricevere l’accredito sul proprio conto corrente.
Così, ritardi nei pagamenti si sono registrati in tutta Italia, nonostante il fermo totale sia terminato solo oggi, lunedì 4 maggio 2020, con l’avvio della Fase 2. Segnalazioni sui mancati flussi della Cig giungono infatti da Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Sicilia, ma tutte le regioni d’Italia sembrano coinvolte da evidenti ritardi (sebbene con modalità differenti).