Alle prime luci dell’alba si è concluso l’atteso evento con cui Xiaomi ha messo nel mirino i Galaxy S20 di Samsung, grazie al varo di una propria coppia di top gamma 5G senza compromessi, formata dagli Xiaomi Mi 10 (dal 14 Febbraio) e Mi 10 Pro (dal 18), ora convincenti anche sul piano fotografico, con a bordo la MIUI 11 (+ Game Turbo) a base Android 10.
I nuovi Xiaomi Mi 10 (162.6 x 74.8 x 8.96 mm, per 208 grammi, nelle nuance Titanium Silver Black, Peach Gold) e Mi 10 Pro (stesse dimensioni, ma con nuance Starry Blue e Pearl White), si ispirano nel design al cugino Mi Note 10, con il frontale formato da un display simmetricamente curvo ai lati (dual edge) privo di notch ma sottilmente (1.74 mm) bucato in alto a sinistra, onde alloggiarvi la selfiecamera, mentre sul retro ne viene mutuata la disposizione dei sensori fotografici.
Partendo dalle specifiche concrete, gran parte delle quali condivise tra i due Mi 10, dietro un vetro protettivo Gorilla Glass 5, spicca il display AMOLED da 6.67 pollici, con una risoluzione FullHD+ distribuita su un aspetto panoramico a 19.5:9. La capacità di solleticare i palati cinematografici è garantita dal supporto all’HDR10+, (nel Mi 10 Pro) da un contrasto elevatissimo (5000000:1), da un impressionante luminosità di picco (1.120 nits nel Mi 10, 1.200 nits nel Mi 10 Pro), dalla totale copertura dello spazio colore DCI-P3, per altro beneficiato (nel Mi 10 Pro) da una notevole fedeltà cromatica (Delta E < 1.11 e JNDC <0.55). Rispettoso della vista, grazie al DC-Dimming anti-sfarfallio, il pannello in questione stuzzica anche i gamers (beneficiati dalla modalità Game Turbo), in virtù dei 90 Hz di refresh rate e dei 180 Hz di frequenza di campionamento del tocco, senza dimenticare il fattore sicurezza, grazie allo scanner sottostante per le impronte digitali.
In ambito fotografico, la selfiecamera – impiegata anche per il Face Unlock – arriva a 20 megapixel, e supporta sia una modalità vlog che i video in slow motion, Slo-fies, a 120 fps. Sul retro, invece, maxi sensore a parte, emergono delle differenze nei restanti 3 sensori della quadcamera allestita: ambedue i modelli si fregiano di un sensore primario da 108 (ISOCELL Bright HMX a 7 lenti nel Mi 10 od 8 nel Mi 10 Pro, 1/1.33″, pixel binning 4-in-1, pixel grandi 1.16 micron, stabilizzazione ottica, salvataggio delle foto nel formato compresso Heif più compatto del 50% rispetto al Jpeg), ma il Mi 10 mette in campo un ultragrandangolo (123°) da 13 (f/2.4, pixel da 1.12 micron), uno per le macro da 2 (f/2.4, pixel da 1.75 micron), e uno per la profondità da 2 megapixel (stesse specifiche del precedente). Diversamente, il Mi 10 Pro accompagna i 108 megapixel del modulo principale con un sensore ultragrandangolare differente (117°) da 20 (6 lenti, f/2.2), un telescopico (10x di zoom ottico ibrido e 50x di zoom digitale, 5 lenti, stabilizzazione ottica, f/2.0) da 8, seguito da un sensore da 12 megapixel per la modalità Ritratto (autofocus via dual pixel con zoom 2x, pixel grandi 1.4 micron, f/2.0). Ambedue i modelli condividono i video con macro o bokeh in tempo reale, la registrazione dei video in 8K@30fps, la scansione dei documenti, una modalità notturna Super Night 2.0, ed il 3D Beauty.
Dal punto di vista sonoro, intervengono due speaker stereo, di cui uno nella cornice bassa, accanto alla microUSB, e uno nella cornice alta, nei pressi dell’emettitore di infrarossi, ambedue dimensionati a 1,2 centimetri cubi ed ampi 0.65 mm, con driver magnetici a 7 elementi, in grado di assicurare un sound High-Res Audio del 100% più potente, anche più ricco (regolabile secondo 15 livelli), decisamente stereofonico.
Top di gamma anche nel cuore, gli Xiaomi Mi 10 e Mi 10 Pro integrano il processore octacore (2.84 GHz per il core di punta) Snapdragon 865 di Qualcomm che, nel caso specifico, porta in dote il modem X55 per il 5G, standalone e non, con download velocizzati a 2.92 Gbps. La GPU, migliorata del 25% rispetto al passato, in veste di Adreno 650, ha permesso al device di superare quota 580 mila punti nei benchmark di AnTuTu: la RAM, di tipo LPDDR5-2750 quad channel, e lo storage non espandibile UFS 3.0 si combinano – per lo Xiaomi Mi 10 – nelle configurazioni da 8+128 (3.999 yuan, o 526 euro), 8+256 GB (4.299 yuan, 566 euro) e 12+256 GB (4.299 yuan, 566 euro). Nello Xiaomi Mi 10 Pro, invece, si potrà scegliere tra 8+256 GB (4.999 yuan, o 658 euro), 12+256 GB (5.499 yuan, o 724 euro), e 12+512 GB (5.999 yuan, 790 euro).
Le connettività dei Mi 10 e Mi 10 Pro, oltre che sul 5G, puntano sul Wi-Fi 6 con antenne 8 MU-Mimo (velocità di trasferimento sino a 9.6 Gbps), sul Bluetooth 5.1, sul 4G, sul GPS (Glonass, QZSS, Galileo), sul modulo NFC, ma senza jack da 3.5 mm. A tenere a bada i bollenti spiriti di un hardware così globalmente impegnativo, oltre a un curioso accessorio (una sorta di braccialetto per lo smartphone, inclusivo d’una ventolina, prezzato 129 yuan, o 16 euro), agirà un avanzato sistema di raffreddamento, gestito dall’intelligenza artificiale (sì da modulare automaticamente la temperatura di 1-5°), con un’ampia vapor chamber in grafene e un heat pipe in rame, in base ai feedback ottenuti da 5 sensori strategicamente collocati lungo il connettore basso, sul chip per le connessioni, nei pressi del processore, della fotocamera, e della batteria.
Quest’ultima, dimensionata a 4.780 mAh nel Mi 10, supporta la ricarica rapida a 30W via Type-C mentre, sul Mi 10 Pro, i 4.500 mAh di capienza scelti beneficiano della ricarica rapida cablata a 50 W (47 min per lo 0-100): i due “gemelli diversi” di casa Xiaomi condividono, però, tanto la ricarica rapida (76 minuti) wireless a 30W (magari tramite la basetta venduta a parte, a 26 euro/199 yuan, con ventolina integrata) quanto il reverse charging a 10W.