Serena Mollicone uccisa nella caserma dei carabinieri: 5 gli indagati

Serena Mollicone sarebbe stata uccisa in caserma e gli indagati sono cinque, inclusi 2 carabinieri e un comandante della stazione dell'Arma di Arce. Ecco le ultime novità.

Serena Mollicone uccisa nella caserma dei carabinieri: 5 gli indagati

Era il 2001 quando fu trovata morta Serena Mollicone e, dopo 18 anni, si potrebbe essere arrivati alla soluzione di uno dei casi più difficili degli ultimi decenni. La Procura della Repubblica di Cassino ha chiesto 5 rinvii a giudizio per tentare di risolvere l’enigma che ha visto coinvolta come vittima una ragazza di 18 anni di Arce, in provincia di Frosinone. 

Stando a quanto riportato dagli inquisitori, la diciottenne all’epoca venne uccisa proprio in caserma, e gli indagati al momento sono il comandante della stazione, il figlio, la moglie e altri due carabinieri. Le prime indagini svolte sarebbero state sviate proprio da coloro che sono stati accusati.

Teatro dell’omicidio di Serena Mollicone, la caserma 

Dei cinque indagati le accuse sono di omicidio aggravato, concorso in omicidio, occultamento di cadavere e istigazione al suicidio. Un misto di reati che potrebbero essere affidati finalmente alla giustizia dopo tutti questi anni.

La fine di Serena Mollicone ebbe inizio il 1° giugno del 2001 quando risultò scomparsa nel nulla per poi essere ritrovata un paio di giorni dopo, ma senza vita. La cosa particolare è che fu ritrovata in un sacchetto con mani e piedi legati. Nel 2003 si pensava di aver trovato il colpevole, un carrozziere di nome Carmine Belli, che ha scontato da innocente 1 anno e mezzo di carcere. 

Dopo questo periodo, fu scagionato. Il caso fu riaperto nel 2008 quando un carabiniere, Santino Tuzi, si suicidò prima di un interrogatorio. Logicamente, la prima cosa che si pensò era che il folle gesto fu fatto per la paura di dover confessare la verità.

Dopo quasi 2 decenni, e le false speranze di qualche anno fa, potrebbe arrivare la svolta. Secondo gli ultimi accertamenti, la ragazza si sarebbe recata in caserma di sua volontà, e avrebbe avuto una discussione con il figlio del comandante dei carabinieri, Marco Mottola. Proprio in quel luogo, la ragazza fu aggredita battendo la testa contro la porta. Inizialmente, sembrando morta, era stata portata nella borsa ma, vedendo che respirava ancora, Marco l’avrebbe soffocata

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