Serena Mollicone, forse si accende la speranza per una svolta sull’omicidio

Il caso di Serena Mollicone è rimasto insoluto per 14 anni. Forse adesso, grazie alle nuove tecniche investigative, ci potrebbe essere finalmente una svolta che potrebbe risolvere il caso

Serena Mollicone, forse si accende la speranza per una svolta sull’omicidio

Potrebbe essere molto vicina la soluzione sul caso di Serena Mollicone: grazie a nuove tecniche investigative infatti sarebbero emerse nuove prove dagli esami sui reperti, tra cui le buste in plastica che coprivano la testa della 18enne trovata uccisa ad Arce nel 2001, in provincia di Frosinone. Dalle nuove indagini è spuntato il nome di una persona “informata dei fatti” ma che per ora non è indagata.

La ragazza morì per asfissia dopo essere stata imbavagliata e legata con il fil di ferro: il suo corpo fu ritrovato dopo due giorni in un bosco. Nei primi dieci anni di indagini l’unico indagato sulla morte di Serena è uscito di scena perché ritenuto non colpevole: il carrozziere di Rocca d’Arce Carmine Belli, allora 38enne. fu iscritto nel registro degli indagati  il 24 settembre 2002. I sospetti sull’uomo nacquero per un bigliettino su cui c’era scritto che aveva un appuntamento con la studentessa.

In casa di Belli furono trovate delle buste di plastica tipo quelle che avevano soffocato la ragazza ma le impronte rilevate sul nastro adesivo bianco utilizzato per legare mani e piedi di Serena non erano le sue. Nel 2006 il carrozziere fu assolto dalla Cassazione che escluse la partecipazione dell’uomo nel delitto della ragazza.

Le indagini sono ripartite ancora una volta, e mentre ancora non era stato scoperto nulla di nuovo accadde una cosa assolutamente incredibile: nell’aprile 2008 Santino Tuzzi, 50 anni, brigadiere dei carabinieri, che fino allora era stato ascoltato come persona informata dei fatti sulla morte di Serena si tolse la vita con un colpo di pistola al petto utilizzando la Beretta d’ordinanza.

Il suicidio del brigadiere ha sempre destato sospetti e anche la figlia riteneva che c’era qualcosa che non andava nel padre. Ecco le parole della ragazza: “Penso che mio padre durante le indagini ha assistito a qualcosa, ha saputo qualcosa, e gli è stato detto di non rivelare niente. Mio padre non è riuscito a tenersi tutto dentro, e ha deciso forse di chiudere la sua vita in questo modo”. 

Il padre di Serena finora non ha mai mollato, ed è sempre stato convinto che il suicidio del brigadiere destava ulteriori sospetti, e proprio per questo le indagini hanno continuato senza sosta fino a che adesso forse c’è davvero una svolta decisiva.

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