Instagram, popolare come non mai tra le piattaforme di photo-sharing, continua ad investire sulle Storie, “mutuate” da Snapchat, con un nuovo sticker interattivo ma, nel frattempo, rivela una spiacevole verità a proposito di una già conosciuta violazione della privacy relativa ai propri utenti.
La prima novità in tema Instagram è stata confermata dalla stessa azienda di Menlo Park, anche con un tweet pubblicato nelle scorse ore, nel quale si fa riferimento ad un modo divertente per capire quanto si sia conosciuti dai propri followers: nello specifico, il riferimento è all’adesivo/sticker che permette di inserire un quiz nelle Storie.
Tecnicamente parlando, non si tratta di un qualcosa di inaudito, dacché Instagram stessa, nello scorso Luglio, aveva già introdotto qualcosa di simile, in veste di “Question sticker“, del quale il Quiz sticker rappresenta – più che altro – il degno completamento, tramite un meccanismo che permette di scegliere tra varie risposte preimpostate.
Per avvalersi del nuovo strumento, già in roll-out sia su Android che su iOS, è sufficiente avviare la procedura per creare una Storia, swippando da sinistra a destra per acquisire un’immagine o un video (sebbene sia anche possibile usare quanto già presente nella propria galleria): selezionati i contenuti per la Storia, tramite l’icona in alto della faccina col risvolto comparirà l’elenco degli sticker e, tra questi, anche quello denominato “Quiz”, rappresentato da un’animazione piuttosto eloquente. Tippando sulla stessa, sarà possibile digitare l’argomento, variandone il colore. e stabilire sino a massimo 4 opzioni tra cui scegliere, prima di condividere il tutto, a disposizione dei propri follower per le successive 24 ore.
Questi ultimi, visionando la Storia col quiz, vi parteciperanno semplicemente toccando una delle opzioni presenti, e l’autore del contenuto potrà vedere l’evolversi di questa sorta di sondaggio dopo aver trovato la Storia col quiz, contenuta nella sezione “Le mie Storie”. Messe da parte le facezie creative, Facebook dovrà tornare a concentrarsi sulle questioni inerenti alla privacy.
Non è trascorso molto tempo da quando il team di Menlo Park ammise di aver conservato in chiaro, in un database interno, le password di molti suoi utenti: nello specifico, sembravano coinvolti svariati milioni di iscritti a Facebook (tra social e app Lite), e qualche decina di migliaia di appartenenti a Instagram. Ebbene, i conti non erano esatti: negli scorsi giorni, il rinvenimento di altri log ha permesso di appurare che le password conservate internamente in chiaro, relative a Instagram, erano di milioni di utenti.
In compenso, spiega Facebook, pare che non vi siano stati abusi interni delle informazioni in questione, né accessi impropri dall’esterno: per cautelarsi, però, si procederà a contattare gli utenti coinvolti, per consigliare loro di cambiare la password e, nel contempo, di attivare l’autenticazione a due fattori.