Praticamente spentesi le luci sul MWC 2019 di Barcellona, Facebook è tornata al centro dell’attenzione mediatica, facendo parlare di sé per un’importante decisione presa dal suo management, e per alcuni test o roll-out in corso. Intanto, però, il social – che registra un importante successo tecnico – è stato bacchettato dalla UE in merito al tema della disinformazione.
A inizio Gennaio del 2018 Zuckerberg, per tamponare le polemiche sorte in seguito all’affaire Cambridge Analytica, parlò dell’idea di permettere alle persone di cancellare la loro cronologia su Facebook, e di impedire la raccolta delle informazioni che poi Menlo Park avrebbe potuto passare a terzi. A quanto pare, qualcosa di simile è realmente in lavorazione, per ammissione del direttore finanziario dell’azienda, David Wehner che, intervenuto alla Technology Stanley, Media & Telecom Conference di San Francisco, ha ammesso che entro l’anno gli iscritti al social potranno vedere quali dati siano stati raccolti da app e siti con i quali interagiscono, e decidere se cancellarli o meno, con conseguente impatto sulle casse del social, visto che aumenteranno gli ostacoli nel raccogliere e passare i dati alle “third parties” affinché possano targettizzare le proprie inserzioni (ad targetting).
Passando alle funzionalità già pronte o quasi, il mese scorso Facebook iniziò a testare in USA, Messico, e Brasile, un sistema per consentire la condivisione degli eventi nelle Storie: ottenuti dei buoni feedback a riguardo, in queste ore è partito il roll-out globale proprio di tale funzionalità, il cui modus operandi è molto semplice. In pratica, basterà portarsi sulla pagina di un evento, es. una mostra canina e, in calce alla parte in cui sono indicati data e ore, cliccare sulla voce Condividi: a quel punto, si potrà selezionare “Condividi la tua Storia” (Share Your Story) in modo che gli utenti che ci seguono possano vedere notificato il contenuto nel Feed delle Storie: qui, potranno premere il pulsante “Interessati”, e confermare la loro intenzione di partecipare all’avento.
Intanto, su Reddit, alcuni utenti hanno rivelato i segni di un test in corso, lato server, sull’app principale di Facebook: secondo quanto emerso, si tratterebbe di una sperimentazione volta a semplificare il client del social come già fatto su Messenger, seguendo i dettami estetici del Material Design di Google. In tal senso, la barra in alto dell’app sembrerebbe più essenziale e in bianco, alcune icone apparirebbero cambiate, e diversi elementi risulterebbero stondati.
Tempo Fa, Microsoft e Facebook finanziarono la posa di 4.000 miglia di fibra ottica sottomarina, in modo da collegare internettianamente l’America e l’Europa: all’epoca si stimava che tale dorsale, la cui velocità media si aggira sui 9.5 terabit al secondo, non potesse superare la velocità massima di 20 terabit al secondo e, invece, nel corso di un test reale (non da laboratorio), comunque condotto su un cavo così lungo, si è riusciti a raggiungere i 26.2 terabit al secondo, in pratica il 20% in più: ciò permetterà alle due parti dell’Atlantico di navigare più velocemente, allorquando si riuscirà a mantenere le velocità di punta, ma anche di soddisfare la sempre maggior domanda di connessione alla Rete che verrà dai mercati emergenti (paesi emergenti come Africa, Asia, e Medio Oriente).
Brutte notizie dal Vecchio Continente, almeno per quei big della Rete – tra cui anche Facebook – che lo scorso autunno firmarono un “Codice di Pratiche contro la disinformazione“: nel report di Febbraio, basato sulle misure intraprese a Gennaio, la Commissione Europea ha rimproverato Facebook perché, pur avendo dato conto delle interferenze di Paesi terzi esterni alla UE, non ha documentato quanti bot automatizzati siano stati individuati, quanti account fake siano stati chiusi, e non ha dettagliato le attività di analisi delle inserzioni svolte lo scorso mese. L’invito, per il prossimo mese, è – ovviamente – a fare di più, anche tenuto conto che a Marzo si aprirà ufficialmente la campagna elettorale che porterà alle Europee di Maggio.