Tra i vari cavi sottomarini che collegano gli Stati Uniti con l’Europa, a breve ne entrerà in funzione uno nuovo. Chiamato “Marea”, il cavo dati collegherà Sopelana, località che dista pochi chilometri da Bilbao, con la città statunitense di Virginia Beach.
Il cavo internet la cui lunghezza supera i 6.400 km è posizionato a circa 3 chilometri sotto la superficie dell’Oceano Atlantico, e permette di trasmettere dati ad una velocità di circa 160 terabit/secondo. In altre parole, è in grado di trasferire l’equivalente di 71 milioni di video in alta risoluzione nello spazio di un solo secondo. Paragonato invece con una connessione domestica media, il cavo sarebbe circa 16 milioni di volte più veloce.
A prevederlo è stato un accordo concluso tra Microsoft e Facebook. Comune intenzione è quella di controllare le sempre più grandi quantità di dati generati nel mondo. In questo modo i due colossi non dovranno nemmeno sottostare al pagamento del canone d’affitto alle aziende di telecomunicazioni che si occupano della gestione dei cavi sottomarini. Stando alle stime, la posa di un cavo di questo genere può costare dai 75 ai 380 milioni di euro, mentre la manutenzione annuale raggiunge gli 8 milioni di euro.
Il monumento alla velocità sarà operativo dal 2018, e secondo quanto trapelato, avrà un peso complessivo pari a 10,25 milioni di libbre (più di 4.000 tonnellate), in altre parole l’equivalente di 35 balene azzurre. “Marea” è rivestito con una guaina impermeabile che – di fatto – è inattacabile dall’acqua. All’interno, sono presenti 16 cavi di fibra ottica racchiusi in un tubo di rame.
Nonostante il sempre più massiccio utilizzo dei satelliti, i cavi depositati sui fondali oceanici continuano ad essere preferiti, perché non solo garantiscono una maggiore capacità di trasmissione dei dati, ma scontano anche tempi di risposta decisamente inferiori. Il primo cavo in assoluto venne posto nel lontano 1850 per collegare Calais (Francia) con Dover (Inghilterra).
Otto anni più tardi fu la volta del primo cavo transatlantico che collegava l’Irlanda con il Canada. All’epoca, però, i segnali Morse impiegavano circa 17 ore prima di raggiungere l’altra sponda dell’Oceano Atlantico: come è logico aspettarsi, l’odierna tecnologia permetterà degli standard decisamente superiori.