Consentire la coltivazione domestica di cannabis in forma individuale fino a 3 piante, permettere la detenzione di determinate quantità di cannabis, disciplinare gli illeciti stabilendo una differenza tra droghe leggere e pesanti e dare un nuovo inquadramento alla cannabis light, prevedendo la possibilità che sia venduta ad uso alimentare o erboristico.
Sarebbe questo il disegno legge presentato del Movimento 5 Stelle che dopo un lungo silenzio ha deciso di unirsi alla battaglia sostenuta dai Radicali Italiani già da molto tempo.
Ma bisogna superare prima le diffidenze: questa proposta infatti non è un punto compreso nel contratto di governo, tanto che le posizioni dei due partiti di maggioranza sono antitetiche: se da un lato la Lega con il ministro Fontana, che ha la delega per le politiche antidroga, invoca la tolleranza zero persino nei confronti della cannabis light, il Movimento 5 Stelle è tornato a discutere di legalizzazione.
Quali proposte sono inserite nel disegno di legge?
Nel dettaglio, il disegno di legge prevede la coltivazione individuale fino a 3 piante e anche quella in forma associata, come avviene per i cannabis social club in Spagna, con un massimo di 30 persone previa comunicazione alla Prefettura, e la detenzione di 15 grammi di cannabis in casa e 5 fuori.
Sulla cannabis light, invece, l’obiettivo è quello di alzare il limite massimo di THC fino all’1%.