Negli ultimi tempi, il mercato della realtà virtuale sembra quasi la porta girevole di un Grand Hotel, con operatori hi-tech che ne escono, ed altri che – invece – cercano di lasciarvi sempre più il segno, in una particolare fase storica in cui a impressionare maggiormente gli utenti sono le tecnologie di realtà aumentata, o di riconoscimento 3D del volto, come appurato durante il lancio del nuovo iPhone X.
Nokia, la grande azienda finlandese con sede a Espoo, era attiva nel settore della realtà virtuale da un paio di anni, quando presentò l’innovativa Nokia OZO, una videocamera per riprese a 360° con audio “spaziale”: il prodotto, pur avanzato tecnicamente, non si è affermato, essendo stato proposto a un prezzo altissimo, pari a 60 mila dollari, poi ribassati a 40 mila e 15 mila.
La spiegazione ufficiale parla di “sviluppi di mercato più lenti del previsto“, e continua prospettando il licenziamento di 310 persone impiegate – nei dipartimenti VR aziendali – in USA, UK, e Finlandia. Non è chiaro, al momento, se tali professionalità verranno poi riassorbite nei core business di Nokia, ovvero nello sviluppo delle tecnologie di rete (un po’ il percorso che ha fatto la Ericsson dopo la fine della joint venture con Sony), o se potranno essere impiegate nel settore del monitoraggio salutistico, dopo la recente acquisizione della Withings, avvenuta poco prima del ritorno in campo di Nokia in ambito telefonico, seppur tramite HMD Global.
Per un’azienda che non crede più nella realtà virtuale, ve n’è già un’altra che, invece, si dice pronta a farne il suo principale settore di traino. La taiwanese HTC, che di recente ha ceduto la sezione mobile a Google, potrebbe voler puntare proprio sui mondi simulati con tecnologie computeristiche: almeno, è quanto emerge da alcune indiscrezioni, secondo le quali HTC avrebbe depositato, in Nuova Zelanda, il marchio “Vive Eclipse”, sul quale non emergono molti dettagli, ad eccezione del fatto che si tratta – appunto – di un visore VR. Sempre sulla medesima linea, inoltre, si inserisce la notizia, emersa poco meno di un mese fa, in base alla quale la linea Vive potrebbe arricchirsi anche di un altro visore, chiamato – questa volta – “Vive Focus”.
Facebook, da tempo, è arriva nel “Social VR”, connubio di esperienze social e realtà virtuale, col varo dell’ambiente “Spaces”. A proposito di quest’ultimo, ancora piuttosto simile al vetusto Second Life, è arrivato l’annuncio di diverse novità.
L’apertura agli sviluppatori permetterà di creare kit, ovvero raccolte di oggetti 3D, che permetteranno di arricchire gli ambienti simulati di giochi, e di coinvolgere gli utenti del visore Oculus in nuove, divertenti ed originali attività, mentre nel proprio NewsFeed sarà possibile pubblicare sia gli oggetti 3D creati nell’editor “Medium Oculus”, che i disegni realizzati in Spaces, esplorandoli – poi – da ogni possibile angolazione senza la necessità di ricorrere ad un visore VR, sia da Desktop che da app mobile. Infine, sarà possibile trasmettere dalla piattaforma video a 360° direttamente in Facebook Live, rivedendoli – poi – in Spaces.
Dulcis in fundo, sempre in ambito facebookiano, ma più sul versante hardware, l’annuncio anche da parte di Zuckerberg di un nuovo visore VR, “Oculus Go” che, commercializzato nel 2018 a soli 199 dollari, offrirà (rispetto a “Oculus Rift“) una soluzione “all-in-one“, con un proprio display (2560 x 1440 pixel) e – come precisato da Hugo Barra (ex Xiaomi), a capo del progetto – con audio integrato.