Giornata carica di novità per Facebook, quella dell’F8, la conferenza dedicata agli sviluppatori, che il colosso di Menlo Park ha tenuto a San José, California, nella giornata dal 18 Aprile 2017. Il keynote tenuto da Mark Zuckerberg in persona, dopo quelli relativi a Instagram e Messenger, è stato quello più “fantascientifico”, visto che ha riguardato “Facebook Spaces”, la prima app di realtà aumentata del social in blu.
Nel corso del suo intervento, Zuckerberg ha accennato al fatto che la realtà aumentata (inclusione di oggetti tridimensionali nella realtà vista tramite un supporto indossabile), più ancora della stessa realtà virtuale, sarà un fenomeno mainstream, come dimostrato dal successo di giochi in stile Pokemon Go, e come visto dai filtri interattivi di Snapchat.
A tal proposito, un primo progetto di Facebook, di più immediato avvio, prevederà l’introduzione di questo tipo di realtà digitale all’interno della fotocamera in-app del social: quest’ultima si arricchirà di filtri per facce ed oggetti, in grado di rimanere pinnati su questi ultimi anche col cambio delle inquadrature, mentre – su taluni oggetti – sarà possibile inserire delle personalizzazioni 3D, come ad esempio dei post-it digitali visualizzati sul frigo di casa. In ambito video, invece, sempre ricorrendo alla fotocamera dell’app, e dello smartphone, sarà possibile visualizzare delle scritte 3D galleggianti nel corso dei filmati.
Il progetto più avveniristico di Facebook, in tema di realtà aumentata, però, riguarderà “Spaces”, l’ambiente in stile Second Life, annunciato allo scorso F8: ormai lo sviluppo è avanzato (pari all’1%) ed il progetto è stato appena rilasciato in beta (tramite store) per gli sviluppatori in possesso dell’apposito kit per Oculus Rift. In sostanza, si tratta di ambienti virtuali generati non random, ma sulla base di quanto condiviso socialmente dagli utenti, in cui gli interlocutori saranno rappresentati da avatar che avranno una somiglianza reale, potendo attingere alle vere foto profilo, ma che – nel contempo – saranno personalizzabili tramite il ricorso ad accessori virtuali.
Le cose che, al momento, è possibile fare in Spaces sono varie. Gli avatar possono chiacchierare, effettuare telefonate virtuali in quadri “pop-up” (in tandem con le videochiamate di Messenger) con utenti esterni, condividere foto e video, visionarne in lungo e in largo, grazie al formato a 360°, e disegnare. In futuro, però, tramite il ricorso ad opportuni supporti, gli utenti potranno inviare direttamente i loro pensieri agli interlocutori che, debitamente equipaggiati, potranno viverli sul momento.
Nel frattempo, però, al mondo parallelo di Spaces – gestito tramite lo smartphone – si accederà con “i vecchi” e consueti visori VR (dacché gli occhiali, in stile Google Glasses, o Snap Spectacles, sono stati ritenuti un flop).