Sempre più applicazioni di messaggistica stanno iniziando ad avallare i micro-pagamenti tra contatti, in modo da venire incontro a quelle situazioni nei quali sia necessario ripartire una spesa (ad esempio, per una serata in pizzeria o al cinema), o in cui sia urgente trasferire del denaro (anche all’estero) a parenti ed amici in difficoltà. L’ultima arrivata, almeno nel panorama italiano, è “Circle“, che assolve allo scopo tramite l’uso delle criptomonete.
Il settore dei micro-pagamenti, attualmente, è dominato (con 4.2 milioni di download) da “Jiffy”, un’app creata da Sia, che avalla gli scambi di denaro tra banche centrali, enti pubblici, aziende, e multinazionali, ed ha visto il recente ingresso, seppur come test solo in pochi mercati, di Messenger e Skype, che pure hanno introdotto (come si appresta a fare anche WhatsApp) i micro-pagamenti tra gli utenti, per scambiarsi piccole somme di denaro. Il problema è che, in tutti questi casi, per poter effettuare gli scambi di denaro tra smartphone, occorre avere il placet delle banche, che devono autorizzare il circuito.
Circle, creata da 2 imprenditori americani, invece, è più libera perché sfrutta le criptomonete, e si avvale della rete Blockchain, in cui vari blocchi (come nel Peer to Peer) sono connessi tra loro, in modo che la transazione vada sempre a buon fine, anche se salta un nodo intermedio, e senza la necessità di costi di commissione, anche per i pagamenti inviati all’estero.
L’app, disponibile per piattaforma Android e iOS, è nata negli USA 4 anni e mezzo fa, e poi è arrivata in Europa a partire da UK ed Irlanda: in seguito si è espansa in 29 paesi, ed oggi diventa disponibile anche in Italia (e in Francia): dopo averla installata, ed aver effettuato l’accesso sicuro via PIN o impronta digitale, ci si ritrova una scheda che permette di avviare – con i propri contatti aderenti al servizio – delle vere e proprie chat in cui sarà possibile conversare, scattare e inviare foto, cercare e condividere GIF ma, soprattutto, come fossero banali messaggi, dei piccoli importi pecuniari (in gettoni digitali), naturalmente con crittografia end-to-end AES 128 bit a garantire il tutto.
Nell’eventualità che il proprio contatto non sia iscritto al servizio (“Circle Pay”), riceverà una notifica – via SMS o mail – nella quale verrà precisato che, per ottenere il pagamento (o per effettuarlo, nel caso si sia ricevuto una richiesta di versamento), ci si dovrà iscrivere al servizio, al quale – per altro – si può accedere anche dal sito web del progetto, in modo da scaricare un file CSV delle transazioni.
Per caricare il proprio conto Circle, in modo da avviare gli scambi, è possibile associare delle carte di credito, con trasferimento fondi istantaneo, mentre le cifre ottenute, poi, possono essere fisicamente incassate, in valuta tradizionale, versando gli importi verso la propria carta di credito (in tempo reale) o, con tempi tecnici più lunghi, verso il proprio conto corrente (un po’ come con Paypal, quindi).