In questi giorni un dipartimento della Nasa ha organizzato i “3D Printed Habitat Challenge” in partnership con Amerika Makes (National Additive Manufacturing Innovation Institute) al fine di concepire e realizzare con la stampa 3D quelli che saranno i moduli abitativi per la colonizzazione spaziale – in particolare marziana – da parte dell’uomo.
Recentemente, si era già discussa questa possibilità di colonizzare Marte, grazie al progetto SHEE, Si tratta di un’opportunità che fa sempre più gola agli esperti del settore soprattutto dopo la recente scoperta dell’acqua su Marte e dell’alternanza delle stagioni.
Tre, in particolare, sono i progetti che si sono distinti all’attenzione generale. Vediamo di conoscerli. Il primo progetto si chiama “Mars Ice House” ed è realizzato dal team SEArch/Clouds Architecture Office (SEA sta per Search Exploration Architecture) con l’ausilio di due automi semi-automatici. WaSiBo fonderà ed utilizzerà un minerale locale, la regolite, per creare le fondamenta su cui il secondo robot, IBO, erigerà la struttura tramite uno spruzzo, via ugello, di un composto fatto di aerogel, fibre ed acqua marziana (ricavata dal ghiaccio tramite i filtri di WaSiBo).
La struttura così concepita isolerà gli abitanti umani dalle radiazioni spaziali e sarà diafana in modo da consentire agli occupanti della struttura di regolare i propri ritmi sulla base della luce circostante (oltre che di poter guardare il panorama nei dintorni per rilassarsi).
Non meno interessante, poi, è stato il concept del team Gamma, Regolith Additive Manufacturing (RAM), che – al contrario del progetto precedente, basato sull’acqua marziana, si fonda per lo più sulla regolite. Nello specifico, in questo caso, gli automi monteranno 3 moduli gonfiabili e creeranno, tramite delle fibre di regolite opportunamente fusa e modellata, una struttura che andrà a sovrapporsi al tutto in modo da creare gli opportuni collegamenti e, soprattutto, una protezione generale per il complesso. Il progetto è considerato valido sia per la realtà marziana che per quella lunare.
Simile, per impostazione e materiali usati è il progetto del team LavaHive che punta anche a riutilizzare alcune componenti dei moduli usati per arrivare sul pianeta Marte. In quest’ipotesi di lavoro, un modulo gonfiabile costituirà l’ambiente abitativo dei coloni mentre il tetto verrà realizzato sulla base dello sportello posteriore del EDL (Entry, Descent and Landing): la regolite marziana e roccia basaltica forniranno il materiale per stampare i corridoi e una struttura generale protettiva. Gli ambienti, infine, saranno sigillati con una particolare resina di tipo ipossidico.