Quando si tratta di marketing, si sa, la propaganda è tutto. E se ci si trova a dover sponsorizzare una marca di preservativi, allora si può facilmente osare e lanciarsi in slogan particolarmente provocatori, dal momento che la natura stessa del prodotto sponsorizzato concede qualche libertà in più. Tuttavia anche in questo caso, è sempre bene ponderare a fondo sugli slogan che si intende utilizzare, poiché a volte basta davvero poco per fare pubblicità ingannevole; o come in questo caso, addirittura irresponsabile.
Nulla a che vedere con il preservativo che cambia colore segnalando malattie o con il preservativo spray che può essere usato anche dalle donne.
Nel mirino della critica stavolta è finita un’azienda di preservativi di Berlino, la Einhorn (“Unicorno“, nome altamente evocativo per una firma di condom), che ha voluto fare il passo più lungo della gamba, arrivando a far stampare sui propri pacchi di preservativi la seguente frase: “Ogni pacco contiene 7 condoms – o fino a 21 orgasmi!”.
In sostanza, la Einhorn ha suggerito-nemmeno velatamente-che ogni suo preservativo può durare fino a tre orgasmi. Un’affermazione che va contro gli attuali standard di sicurezza in materia di educazione sessuale, dato che dopo ogni orgasmo è consigliato sostituire il condom appena utilizzato ed infilarsene uno nuovo.
Tant’è che la Einhorn è stata soggetto di un’ingiunzione da una compagnia di preservativi rivale di Colonia-il cui nome non è stato però reso noto-e la corte regionale di Dusseldorf ha prontamente dato ragione a quest’ultima: incitare gli acquirenti a riutilizzare lo stesso preservativo più volte potrebbe essere pericoloso.
La risposta della Einhorn, com’è semplice immaginare, non si è fatta attendere. L’azienda berlinese si è infatti giustificata spiegando che, con quella frase, voleva intendere che con un loro preservativo un uomo poteva venire una volta, mentre una donna due. Conteggio totale: tre. Matematicamente parlando non fa una grinza, sebbene la stessa firma di preservativi abbia opportunamente omesso di spiegare in base a quali dati sia arrivata a questa fantomatica equazione.
La firma rivale non ha tuttavia ritirato l’ingiunzione, affermando che anche se così fosse, la frase potrebbe comunque venire facilmente malinterpretata, con risultati potenzialmente disastrosi per un gran numero di consumatori. Per questo la giudice Johanna Brueckner-Hofmann ha vietato temporaneamente la vendita dei preservativi incriminati, spiegando che: “L’indicazione sulla scatola trae in inganno, per questo abbiamo vietato il suo utilizzo”.
Finita qui? Macché: il 32enne Philip Siefer, presidente della start-up berlinese, ha annunciato che farà ricorso contro il provvedimento. E nel frattempo, lo slogan dei preservativi Einhorn-che ha colto la palla al balzo-è cambiato: ora recita “Conosciuto nelle aule giudiziarie”. Dopotutto, chi fa marketing lo sa bene: non esiste cattiva pubblicità.