Continua a far discutere la scelta di ricorrere alla pena di morte nel mondo odierno, e tra le realtà occidentali più industrializzate ed all’avanguardia sotto il profilo sociologico e tencologico, la classica mosca bianca è senz’altro rappresentata dagli Stati Uniti d’America. O meglio, da alcuni Stati della Federazione, che ancora difendono a spada tratta il proprio diritto di poter decidere della vita e della morte dei propri cittadini. Di recente, il Nebraska si è unito agli abolizionisti, decretando la fine del “regno dell’iniezione letale” nel proprio territorio.
E la cosa più sorprendente è che siano stati proprio i repubblicani a sostenere con maggior vigore la richiesta di abolizione; un fatto quantomai inusuale, dato che la destra americana è sempre stata favorevole al mantenimento della pena di morte dal punto di vista storico. Il Nebraska è stato così il 19° Stato americano a decidere di abolire la pena capitale dalla propria legislazione, ma vi sono realtà negli USA che ad oggi si dicono ancora orgogliose di poter giustiziare i propri detenuti.
Una di queste, è lo Stato del Texas. Emblematica sotto questo profilo l’ultima esecuzione avvenuta all’interno dei suoi confini statali: più precisamente, all’interno della prigione di Huntsville, dove era stato rinchiuso Lester Bower, carcerato condannato alla pena di morte in attesa dell’esecuzione della condanna da oramai 31 anni. Bower, che aveva oramai raggiunto i 67 anni quand’è stato ucciso, aveva trascorso quasi metà della sua vita all’interno del cosiddetto braccio della morte.
L’uomo era stato condannato alla pena capitale nel lontano 10 Maggio 1984, dopo essere stato giudicato colpevole di ben 4 omicidi (sebbene lui stesso si sia sempre dichiarato innocente fino all’ultimo). Il clamoroso ritardo è stato causato proprio dalla torbidità del suo caso: Lester Bower aveva infatti già avuto 7 appuntamenti con la morte, ma ogni volta la “procedura” era stata interrotta, in alcuni casi addirittura in extremis.
Ma dopo aver consumato le sue “sette vite”, Bower è stato infine giustiziato: a nulla è valso l’appello presentato alla Corte Suprema tre ore prima dell’esecuzione. “Molto è stato detto e scritto su questo caso, ma la verità non è mai venuta fuori. Il tempo per cercare la verità, ora è finito”: queste le ultime parole del condannato a morte, raccontate da chi ha assistito all’omicidio, prima dell’inoculazione della mistura letale che l’ha ucciso in sei minuti. Si è trattato del detenuto più anziano mai giustiziato nel Texas sin dal ripristino della pena capitale nello Stato, avvenuto nel 1982.