Un normale controllo. Così era partita quella che è diventata l’ennesima tragedia che ha visto vittima un afroamericano ucciso da un poliziotto, in South Carolina. Le riprese che provengono dalla dashcam del poliziotto incriminato Michael Slager, giunte da pochissime ore sul web, mostrano infatti come Walter Scott fosse stato fatto accostare per un controllo di routine, come successo tante volte ad ognuno di noi. Walter Scott, infatti, sarebbe stato fermato per un fanale rotto; alla richiesta da parte di Slager di patente, libretto e assicurazione, Walter Scott avrebbe fornito le prime due ma non la terza, in quanto inclusa nella procedura d’acquisto dell’auto.
E’ in quel momento che Michael Slager torna alla sua auto di pattuglia, e che Walter Scott scappa prima che il poliziotto possa accorgersene: la dashcam non riprende l’inseguimento, mentre la sparatoria, come tutti sappiamo, è stata immortalata dal telefonino di un passante e ha fatto in breve il giro del mondo. Michael Slager, subito dopo l’accaduto, è stato licenziato in tronco, ma soprattutto accusato di omicidio, e il video rappresenta la prova principale che sarà portata a processo. In South Carolina, l’omicidio può portare a 30 anni di detenzione o anche alla pena di morte, per cui il poliziotto rischia davvero grosso.
Feidin Santana, l’uomo che ha ripreso la scena, in un’intervista alla NBC ha dichiarato che il poliziotto sembrava in pieno controllo della situazione, e che non sembrava essere in pericolo quando ha esploso gli 8 colpi che hanno ferito mortalmente Walter Scott. Santana ha inoltre smentito la versione ufficiale data dalla polizia, affermando che non era vero che Walter Scott avesse preso il taser, quanto piuttosto che stesse cercando di divincolarsi da esso, prima di scappare ed essere sparato alle spalle: speriamo che questa storia si risolva, in una maniera o nell’altra, riuscendo a capire cos’è successo davvero a Walter Scott.