Addio all’anguria: gli esperti lanciano l’allarme per questo frutto (1 / 2)

Addio all’anguria: gli esperti lanciano l’allarme per questo frutto

La frutta è importante nell’alimentazione di tutti noi, sia dei grandi che dei bambini. Tutti i nutrizionisti, infatti, suggeriscono di consumarne più porzioni durante l’arco della giornata, non solo alla fine dei pasti ma anche durante gli spuntini e la colazione.

Si tratta, infatti, di alimenti carichi di vitamine, sali minerali e che soprattutto durante la stagione estiva in cui si suda tanto e ci si può disidratare, hanno una funzione estremamente importante per il nostro organismo.

Inoltre, molti frutti contengono un alto contenuto di fibre e per questo motivo possono essere ancora più importanti per il nostro organismo e favorire il suo benessere. In particolare la frutta estiva è tra le più golose e fresche, tra quelle più consumate e di cui mangiamo delle quantità maggiori durante l’arco della giornata.

Sicuramente tra i frutti estivi più amati e consumati c’è l’anguria, che viene mangiata anche come piccolo spuntino tra un pasto e l’altro e che ci consente di poterci rinfrescare nelle giornate più calde. Purtroppo, però, gli esperti sembrerebbero aver lanciato un allarme che potrebbe interessare tutti gli amanti dell’anguria.

Secondo quanto hanno rilevato recentemente gli esperti, l’ondata di siccità che sta investendo il nostro paese rischia di cambiare completamente le nostre abitudini alimentari.

Si teme, infatti, che quest’ondata di caldo possa generare una difficoltà nella coltivazione delle angurie e che queste possano scarseggiare quindi nelle prossime settimane. Una notizia che sicuramente non farà piacere non soltanto a coloro che lavorano in questo settore ma soprattutto ai consumatori, che quindi nelle prossime settimane potrebbero avere difficoltà a reperire le amatissima angurie.

Purtroppo, infatti, le condizioni climatiche sono essenziali affinché i frutti e le verdure possano crescere sani e forti. Ondate di siccità molto prolungate, infatti, notoriamente rischiano di rovinare tanti raccolti e quindi non soltanto di mettere in difficoltà gli operatori del settore ma di avere delle ripercussioni non indifferenti anche sulla popolazione, che quindi deve rinunciare o vedere parzialmente ridotto il consumo di determinati cibi.