La commissione Onu per i diritti umani ha pubblicato un rapporto in cui denuncia le politiche del Vaticano che avrebbero permesso a religiosi di abusare di decine di migliaia di bambini e ragazzi.
Il rapporto, che denuncia pesantemente le responsabilità della Chiesa nei confronti dei preti pedofili, chiede l’apertura degli archivi sui responsabili di questi atti e su chi ha coperto i loro crimini. Chiede inoltre che la Santa Sede rimuova immediatamente dal loro incarico i responsabili degli abusi. La commissione ha anche criticato il Vaticano per le sue posizioni sull’omosessualità e sull’aborto.
Dal canto suo il Vaticano risponde alle accuse dell’Onu, affermando che le sottoporrà a minuziosi studi ed esami nel rispetto della convenzione.
Tuttavia nonostante l’apertura da parte del Vaticano ad effettuare dei controlli su quanto accaduto, la Santa Sede si rincresce di vedere in alcuni punti un tentativo di interferire nell’insegnamento della Chiesa sulla dignità della persona umana e nell’esercizio della libertà religiosa.
Monsignor Tomasi, osservatore vaticano all’Onu di Ginevra, parla di linea ideologica ed esprime sorpresa per il documento del comitato, che secondo monsgnor Tomasi sembra essere stato preparato prima dell’incontro e sembra non aggiornato, non tenendo conto di quanto fatto negli ultimi anni.
Speriamo che realmente la Chiesa intervenga in modo da bloccare una volata e per tutte questo bruttissimo fenomeno, con la speranza che anche Sua Santità intervenga sulla questione e metta fuori dalla Chiesa chi si è macchiato di questo crimine.
Intanto sempre nella giornata di ieri l’Onu tramite il suo segretario generale Ban Ki- Moon, intervenuto nella sessione del comitato olimpico internazionale (Cio) alla vigilia dell’apertura delle Olimpiadi invernali di Sochi in russia, ha esortato il mondo ad intervenire contro gli attacchi a lesbiche e gay, aggiungendo anche che bisogna opporsi ad arresti, imprigionamenti e restrizioni discriminatorie a cui sono sottoposti i gay.
Proprio lo scorso giugno, il presidente russo Putin aveva promulgato una legge che prevede anche la prigione contro la cosiddetta propaganda dell’omosessualità.