Nel rapporto del Comitato Onu sui diritti dei bambini, l’ONU ha accusato apertamente la Santa Sede di aver tollerato atti di pedofilia da parte di sacerdoti ed alti prelati.
Il Comitato si è detto “seriamente preoccupato” dal fatto che il Vaticano “non abbia riconosciuto la portata dei crimini commessi, non abbia adottato le misure necessarie per affrontare i casi di abusi sessuali su minori e per proteggere i bambini”. Inoltre “ha adottato politiche e pratiche” che non hanno portato alla rimozione dagli incarichi religiosi di chi aveva commesso gli abusi.
Il Comitato Onu, inoltre ha chiesto agli organi cattolici di “fare pieno uso della sua autorità morale per condannare tutte le forme di molestia, discriminazione o violenza contro bambini sulla base del loro orientamento sessuale o l’orientamento sessuale dei loro genitori e a sostenere gli sforzi a livello internazionale per la depenalizzazione dell’omosessualità”. Pur apprezzando le affermazione di Papa Francesco sull’omosessualità si è detto preoccupato per affermazioni passate che “contribuiscono alla stigmatizzazione sociale e alla violenza contro lesbiche, gay, bisessuali e adolescenti transgender e bambini cresciuti da coppie dello stesso sesso”.
Lo stesso Comitato ha infine esortato la Chiesa a “rivedere la propria posizione sull’aborto”, citando e condannando le sanzioni decise nel 2009 in Brasile contro un medico che praticò l’aborto su una bambina di 9 anni rimasta incinta dopo una violenza sessuale del patrigno.
L’accusa è gravissima e colpisce nel vivo la sensibilità di un Papa che si è presentato scioccato dagli scandali per la pedofilia della Chiesa e che ha mostrato molta sensibilità per i dissidi interiori delle persone omosessuali. La risposta non si è fatta attendere e in un comunicato della sala stampa vaticana, si afferma decisamente che la “Santa Sede prende atto delle Osservazioni conclusive sui Rapporti” e assicura che “saranno sottoposte a minuziosi studi ed esami nel pieno rispetto della Convenzione nei differenti ambiti presentati dal Comitato” e che ciò avverrà “secondo il diritto e la pratica internazionale” e tenendo conto del recente “pubblico dibattito” del Comitato. “Tuttavia”, “alla Santa Sede rincresce” di “vedere in alcuni punti delle Osservazioni Conclusive un tentativo di interferire nell’insegnamento della Chiesa cattolica sulla dignità della persona umana e nell’esercizio della libertà religiosa”. “La Santa Sede – conclude la nota – reitera il suo impegno a difesa e protezione dei diritti del fanciullo, in linea con i principi promossi dalla Convenzione sui Diritti del Fanciullo e secondo i valori morali e religiosi offerti dalla dottrina cattolica”.