Impiantato a Roma il primo cuore magnetico su una sedicenne

E' la prima volta a livello mondiale che viene tentato, con successo, un tale intervento. Si tratta di un impianto che riduce i rischi, grazie al fatto che si usa una rivoluzionaria pompa a levitazione magnetica

Impiantato a Roma il primo cuore magnetico su una sedicenne

L’Italia, si sa, è una fucina di talenti, soprattutto in campo medico. Soltanto poche ore fa si è parlato dell’eroico coraggio del dottore genovese che è volato ad Oslo per salvare un bambino.
Oggi, invece, restiamo in Italia: è infatti stata scritta la storia dei trapianti di cuore.

E’ successo a Roma dove, per la prima volta nella storia della medicina, è stato impiantato – in una giovane paziente – un cuore artificiale che utilizza la tecnologia ‘Heart Mate 3‘. Questa tecnologia innovativa permette di ridurre notevolmente i rischi di reazioni che metterebbero in pericolo la vita del paziente.

intervento-cuoreL’intervento, senza precedenti, è andato a buon fine ed è stato eseguito all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, il primo febbraio, ma si è preferito aspettare che la paziente stesse bene e fosse addirittura dimessa, prima di divulgare l’importante notizia.
L’intervento è, per così dire, una soluzione ‘ponte’, che può essere attuato quando un paziente non può più aspettare oltre per l’arrivo di un cuore compatibile al trapianto.

Visto l’estrema gravità della patologia e la possibilità di morte improvvisa, è stato necessario intervenire per salvare la vita della giovane paziente. Il nuovo dispositivo cardiaco, a differenza di quelli utilizzati in passato, è munito di una pompa centrifuga a levitazione magnetica che consente di eliminare del tutto l’attrito tra le parti meccaniche dei vecchi dispositivi con il sangue, che poteva provocare forti rischi di emolisi ed il danneggiamento dei tessuti e dei globuli rossi.

Mentre negli Stati Uniti è ancora in corso la sperimentazione di questa nuovissima ed innovativa tecnologia, in Europa è stata approvata dalla Commissione Europea già dall’ottobre del 2015 e da allora era stato, però, impiantato soltanto in pazienti di età adulta. E’ stata la prima volta in assoluto, quindi, che veniva utilizzato su un paziente di soli 16 anni che, come spiega il dottor Antonio Amodeo, ora sta bene ed è stata dimessa dall’ospedale.

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