Twitter, il noto social network del neo proprietario Elon Musk, ha annunciato il listino delle nuove API di programmazione e, nel contempo, si è messo al lavoro su una particolare specie di Community Notes: nel mentre, poche grandi testate hanno annunciato l’intenzione di pagare per la spunta di verifica, anche se la cosa non sembra importare più di tanto a Musk, che è diventato l’utente più seguito al mondo su Twitter.
Secondo SocialBlade, Elon Musk ha sorpassato l’ex presidente USA Barak Obama come persona più seguita su Twitter, visto che ora ha 133.081.658 milioni di follower, contro i 133.041.101 milioni di Obama, che quindi ne ha 40.557 in meno. Il sorpasso è avvenuto in appena 9 mesi, visto che a Giugno dello scorso anno Musk aveva 100 milioni di follower: secondo il Guinness dei Records, Elon Musk viene seguito oggi dal 30% dei 450 milioni di utenti attivi al mese su Twitter. In controtendenza i following, cioè i profili seguiti: qui Musk dimostra di ricambiare poco e di essere piuttosto “selettivo” visto che, a fronte dei 114 profili seguiti nell’estate 2022, a oggi è passato a seguirne appena 186.
Se la popolarità arride a Musk, non si può dire che gli bada bene il rapporto con la grande stampa. Come noto, dal 1° Aprile verrà ritirata la spunta blu precedentemente ottenuta e occorrerà pagarla abbonandosi a Blue per (ri) ottenerla. Diverse aziende di comunicazione stanno ragionando se pagare e in che modo, ad esempio lasciando che i giornalisti si abbonino e conteggiando la spesa come aziendale, o pagando 1.000 dollari al mese per il pacchetto “Organizzazione verificata” (da qualche giorno disponibile a livello globale) che permette a 5 account (gli account extra costeranno 50 dollari al mese ciascuno) di affiliarsi al profilo principale dell’azienda, avendo accanto al proprio nome il logo del datore di lavoro.
Per ora, il Washington Post, il New York Times, il Los Angeles Times hanno dichiarato che non hanno intenzione di pagare per la spunta blu, mentre la CNN ci sta ragionando su e piccole realtà come Semafor e (forse) il Daily Caller si sono detti propensi a pagare per la versione aziendale della spunta blu.
Passando a novità più concrete, l’account ufficiale Twitter Dev ha annunciato diverse novità per le API (Application Programming Interface). Nei prossimi giorni verranno ritirati i vecchi livelli di accesso alle API, ovvero Standard (v1.1), Essential ed Elevated (v2) e Premium, che saranno sostituiti da 3 nuovi livelli. Quello gratuito (“1.500 richieste di post al mese“) sarà riservato ai bot buoni per la pubblicazione dei contenuti, mentre quello base, piuttosto limitato (“50.000 richieste di post e 10.000 richieste di lettura per app al mese“), indicato per studenti e ricercatori, costerà 100 dollari al mese, certo meno del (più) costoso (42.000 dollari al mese) livello aziendale.
Visto l’imminente proliferare di immagini realistiche ma false create via intelligenza artificiale, Twitter starebbe dedicandosi, secondo il leaker Nima Owji, alla realizzazione di indicatori contestuali delle Community Notes per le immagini. Gli utenti potranno applicarne a un’istanza di un’immagine allegata a un tweet perché la stessa nota poi appaia (nel caso il creatore della nota lo decida) anche sulle altre versioni dell’immagine condivise via app.