Twitter affossa la ricerca con un esoso listino per l’accesso alle sue API

Nelle scorse ore è trapelato il listino delle nuove API che dovrebbe entrare in vigore nei prossimi mesi: il livello più basso, che offre l'accesso allo 0.3% dei tweet mensili del social, costerà circa mezzo milione di dollari l'anno. Vive proteste dal mondo della ricerca

Twitter affossa la ricerca con un esoso listino per l’accesso alle sue API

All’inizio dello scorso mese, una serie di malfunzionamenti alle applicazioni di terze parti che accedevano a Twitter fece intuire ciò che dopo qualche ora venne ufficializzato: il social di Elon Musk avrebbe fatto pagare per l’accesso e l’analisi dei suoi dati.

Il primo timing, del 9 Febbraio, non venne rispettato e lo stesso accadde per quello del 13 Febbraio scorso. Il progetto però non è stato accantonato, anzi, come dimostrato da un documento condiviso da un ricercatore, rimasto anonimo, con Wired che ha potuto confermare i dati con altri utenti che hanno ricevuto via mail il nuovo listino di Twitter per l’accesso alle sue API. Secondo quanto emerso, il livello gratuito, che oggi offre accesso all’1% dei dati della piattaforma, è destinato a sparire.

Gli utenti avranno a disposizione tre livelli di API, ciascuna con proprie specifiche e prezzi. Small Package offrirà l’accesso a 50 milioni di tweet, che corrispondono allo 0.3% dell’output mensile di Twitter, e costerà 42 mila dollari al mese, circa 500 mila dollari all’anno. Per tale cifra si avranno a disposizione 25mila regole per filtrare i dati via API Real Time PowerTrack, e 50mila query con cui interrogare i dati via API Full Archive Search. Tramite l’API relativa alle attività degli account si potranno analizzare 5.000 handle (nickname). 

Il livello successivo, intermedio, offre il doppio di tweet, 100 milioni, ma nessuno sconto, anzi: il costo mensile è di 125mila dollari. Il livello top, invece, offre 200 milioni di tweet per un costo mensile di 210mila dollari al mese. In precedenza, il livello Premium costava 2.899 dollari al mese ed era previsto anche un livello Enterprise, per aziende od organizzazioni con più di 250 utenti, il cui costo variava a seconda della dimensione dell’organizzazione o dell’azienda.

Le prime reazioni a questo listino sono venute dal mondo della ricerca, visto che gli accademici hanno prodotto spesso molti report su cosa si discuta su Twitter e nella piazza digitale in generale, e non sono stati entusiasti: il piano più economico viene ritenuto troppo costoso per i pochi dati che offre e costringerebbe a diversi mesi di pagamento per avere uno spaccato decente di quel che accade su Twitter. Il problema a quanto pare riguarderà non solo le istituzioni piccole: “anche le istituzioni ricche non possono permettersi di pagare mezzo milione all’anno per un goccio di dati“.

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