Pur alle prese con problemi legali piuttosto seri in Africa, e con l’esigenza di rivedere le sue collaborazioni editoriali con le grandi testate dell’informazione, Meta, un tempo nota come Facebook Inc, non ha mancato di dedicare le sue attenzioni allo sviluppo del Metaverso, in relazione al quale il colosso di Menlo Park ha fornito diversi dettagli, pur nel contesto di un ridimensionamento della sua divisione Reality Labs.
Di recente, Daniel Motaung, ex dipendente di Sama, il principale subappaltatore per la moderazione dei contenuti di Facebook in Africa, ha citato in giudizio sia il social che Sama, per sfruttamento, pratiche anti-sindacali e “tratta di esseri umani per lavoro“: in sostanza, Sama avrebbe reclutato persone con posizioni di lavoro ingannevoli (operatori di call center) e avrebbe poi impedito loro di “condividere la natura del lavoro e le loro esperienze in Sama con terze parti“. Il tutto senza che coloro che sono adibiti alla moderazione dei contenuti sul social ricevesse un adeguato supporto mentale.
La risposta di Meta, arrivata a stretto giro, si è sostanziata nella lapidaria constatazione che “Motaung non era un suo dipendente“. Quello in questione, però, è solo uno dei problemi in cui è incorsa Meta. Secondo Reuters, Andrew Bosworth, Chief Technology Officer di Meta, nella riunione settimanale di domande e risposte tenutasi con i dipendenti della divisione Reality Labs (occhiali smart, prodotti Portal, visori Oculus, realtà virtuale, mista e aumentata), ha spiegato loro che alcuni progetti saranno sospesi, e che ne saranno portati avanti solo alcuni, perché l’azienda non ha le risorse da profondere su tutte le iniziative. Tale decisione, che si accorderebbe con quanto dichiarato da Zuckerberg stesso a fine Aprile, quando in una videocall sugli utili con gli investitori promise di rallentare il ritmo di alcuni investimenti a lungo termine, tra cui quelli in intelligenza artificiale e nei Reality Labs, non contemplerà – come parte dei cambiamenti – un programma di licenziamenti.
Anzi, a tal proposito, non cambieranno i piani per far esordire entro fine anno il visore premium a oggi noto come Project Cambria. A tal proposito, Zuckerberg ha anzi sottolineato i progressi nello sviluppo dello stesso, condividendo sul proprio profilo Facebook un filmato in cui indossa questo visore, mascherato, nel mentre utilizza la demo dell’esperienza The World Beyond (in arrivo anche per Quest 2), realizzata mediante la Presence Platform che dovrebbe aiutare gli sviluppatori a concretizzare esperienze di realtà mista.
Nel filmato, in particolare, si è potuto vedere l’AD di Meta interagire per gioco con una pallina digitale, creare con semplicità un paesaggio attingendo a dei colori, pinnare delle applicazioni di messaggistica per lavoro, materializzare in presenza un coach, magari presente altrove, per allenarsi. Secondo quanto emerso, rispetto a Quest 2, che usa telecamere passthrough che riprendono in bianco e nero, quelle di Cambria sarebbero predisposte per l’alta risoluzione e a colori, per un’esperienza più coinvolgente: non dovrebbe mancare, secondo TechCrunch, anche un sensore di profondità, con lo scopo di “aiutare l’auricolare a posizionare con maggiore precisione i contenuti digitali nello spazio fisico dell’utente“.
Infine, secondo The Information, ancora per ridurre i costi, Meta starebbe riconsiderando il programma di investimenti nell’informazione che, sin dal 2019, paga alcuni editori (es. Wall Street Journal e Washington Post) per pubblicarne le notizie sulla piattaforma, visto che sarebbe intenzione dell’azienda di rinnovare solo alcune partnership informative (rinegoziandone però gli accordi), per concentrarsi sulle newsletter e i (brevi) video realizzati da singoli autori.