Meta al lavoro su un traduttore universale per abbattere le barriere nel Metaverso

Il da poco conclusosi evento "Inside the Lab" organizzato da Meta ha consentito di sbirciare sul futuro delle interazioni umane che Menlo Park pensa di traslare nel suo Metaverso: ecco alcuni dei progetti più interessanti in merito.

Meta al lavoro su un traduttore universale per abbattere le barriere nel Metaverso

Come noto, da qualche tempo Facebook Inc sta indirizzando tutti o quasi i suoi sforzi e risorse nell’edificazione (non senza qualche “incidente” di percorso) del metaverso, tanto da aver cambiato anche il proprio nome, in Meta, e aver etichettato i propri dipendenti in Metamates. All’attuale edizione dell’evento “Inside the Lab” l’azienda di Mark Zuckerberg ha mostrato a che punto sono giunti gli sforzi in tal direzione e quali saranno le future direttrici di sviluppo.

Innanzitutto, una premessa. Secondo Zuckerberg il Metaverso sarà diverso dal mero limitarsi a guardare qualcosa su uno schermo ma, ben lungi da ciò che si può fare adesso, restituirà la sensazione di trovarsi fisicamente, con un’altra persona, in un’altra dimensione dell’interagire umano.

Ciò, però, richiederà progressi in tante aree, dal software all’hardware, ottenibili grazie all’intelligenza artificiale che dovrà aiutare le persone a navigare, avendo ben presente la loro natura dinamica e in continuo cambiamento, nei mondi virtuali e in quelli fisici, addizionati con la realtà aumentata. Tenendo conto di ciò, e dell’esigenza di puntare forte sull’AI, sono stati svelati alcuni progetti in corso di sviluppo, ma ad oggi ancora allo stato embrionale

CAIRaoke“, ad esempio, è un progetto che, evolvendo la stessa AI conversazioanle che si usa nei chatbot, renderà più naturale l’interazione umana con i propri dispositivi. “Language Left Behind“, altro progetto molto interessante, punta alla realizzazione di un sistema efficiente (visto che necessiterà di un minor numero di esempi su cui allenarsi) in grado di tradurre tutte le lingue scritte, per evitare l’emarginazione di oltre metà della popolazione mondiale che non può accedere a Internet nella lingua che preferisce o in quella propria.

Posto poi che non tutte le lingue sono scritte, che ve ne sono alcune prevalentemente solo parlate o senza un sistema di scrittura standard, si guarderà anche alla realizzazione di un sistema AI che prenderà le forme di un “traduttore universale per la comunicazione orale” (Universal Speech Translator) in tempo reale. Ovviamente, tutto ciò permetterà di “comprendere e usare le lingue maggiormente parlate, ma anche di cambiare il modo in cui ci si connette con il resto del mondo e si condividono le idee“.

La speranza, neanche tanto recondita in quel di Menlo Park, è che, grazie ai progressi in queste aree, possano socializzare nel Metaverso, in modo semplice, anche coloro che parlano lingue meno conosciute o diverse da quelle maggioritarie. 

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