Facebook: strumenti audio, feed aziendale, trasferimento dati, disinformazione Covid

Silurate due app rivali, Facebook, che secondo alcuni starebbe per annunciare tool di "social audio", ha annunciato strumenti per le aziende, contro la disinformazione da Covid, e per il trasferimento dei dati personali verso altre piattaforme.

Facebook: strumenti audio, feed aziendale, trasferimento dati, disinformazione Covid

Inizio di settimana ricchissimo di novità per il social network Facebook che, modificato lo strumento per trasferire i dati degli utenti, ha annunciato nuove iniziative per fronteggiare la disinformazione sul coronavirus e ammesso il test di un nuovo feed di suggerimenti aziendali: il tutto mentre si appresterebbe a varare diversi strumenti audio, e dopo che sono state “freddati” due client alternativi per l’accesso al social.

Onde palesare come l’utente sia l’unico effettivo padrone dei propri dati, e in ottemperanza ai dettagli del GDPR europeo, Facebook ha introdotto in passato lo strumento “Data Portability Tool” in grado di liberarne i dati, consentendone il trasferimento verso altri lidi: la prima versione del tool permetteva solo di trasferire foto e video verso Koof, Dropbox, Blackblaze, e Google Foto mentre, con l’appena rilasciato aggiornamento lato server, diventa possibile trasferire anche i post e le vecchie (e poi abolite) note, verso WordPress, Google Blogger, e Google Documents. Per avvalersi del nuovo tool, non a caso ribattezzato “Trasferisci le tue informazioni“, basta portarsi nelle impostazioni (Le tue informazioni su Facebook), alla voce “Trasferisci una copia delle tue informazioni” e, fornita la password d’accesso, scegliere cosa trasferire e dove, tenendo ben presente che vi sarà la crittografia end-to-end a proteggere il viaggio dei propri dati.

Impegnata sin dall’inizio della pandemia a combattere la disinformazione, Facebook ha annunciato nuove contromisure per fronteggiare quella ruotante attorno al coronavirus: nello specifico, oltre a rendere invisibili alcuni post etichettati come fake news, dopo averli revisionati con “diverse agenzie“, il social proporrà (anche su Instagram) un particolare avviso, “alcuni trattamenti COVID-19 non approvati potrebbero causare seri danni“, accanto a quei post che vertano su trattamenti da Covid-19 non autorizzati dall’OMS (es. ivermectinain e clorochina) in quanto privi di evidenze scientifiche.

Sul blog ufficiale “Facebook for Business“, Menlo Park ha reso noto d’aver iniziato a testare un feed di raccomandazioni aziendali, collocato sotto i post e gli annunci: la nuova funzione, concepita per aiutare gli utenti a scoprire “attività che potrebbero non aver trovato da soli“, permetterà di scegliere gli argomenti preferiti (abbigliamento, fitness, bellezza, etc), rappresentati da apposite immagini, ognuna delle quali darà vita a un flusso di attività suggerite dalle aziende in base alle preferenze degli utenti (con conseguente customizzazione degli annunci senza tracciamento, sì da accontentare Apple).

Secondo la testata Vox, Facebook sarebbe sul punto di annunciare 4 strumenti di tipo “social audio”, con diverse tempistiche di rilascio. Si partirebbe dalle Rooms solo audio, accessibili sin da subito, per arrivare, entro la fine della primavera, al varo di altri 3 prodotti, tra cui un simil Clubhouse (Hotline) per far interagire su un palco virtuale ascoltatori e relatori, un sistema per registrare e postare nel Feed dei messaggi audio, e un tool, collegato a Spotify, per suggerire nuovi podcast. Interpellata in merito da ReCode, Facebook ha fornito la classica risposta di prammatica, secondo cui sarebbe sempre alla ricerca di nuovi modi per migliorare la connessione degli utenti attraverso l’impiego di strumenti audio e video.

Infine, a causa degli uffici legali di Facebook, hanno detto addio al Play Store di Android le applicazioni alternative (wrapper) Swipe e Simple Social, che permettevano di accedere al social, nascondendo i post sponsorizzati, consentendo di accedere ai dati pubblici di Facebook e di interagire via Messenger (funzione poi divenuta un’app autonoma). Gli sviluppatori delle app in questione hanno avvisato gli utenti che le app in questione continueranno a funzionare sui terminali di chi le abbia già installate, benché ciò potrebbe mettere a repentaglio i loro account, che potrebbero essere sospesi temporaneamente o permanentemente.

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