Facebook: scandalo privacy, investimenti in India, novità per Messenger Kids, Workplace, fake account

Sempre impegnata nell'evolversi, ma ancora alle prese con una problematica in ambito privacy, Facebook ha avviato il roll-out di migliorie destinate a Workplace, Messenger Kids, e predisposto misure anti WeChat e anti fake account.

Facebook: scandalo privacy, investimenti in India, novità per Messenger Kids, Workplace, fake account

La più grande piattaforma social al mondo, Facebook, è risultata essere coinvolta in un nuovo, enorme, scandalo relativo alla privacy, proprio mentre annunciava importanti sviluppi in India, novità contro i profili fake, e migliorie tanto per Messenger Kids quanto per la piattaforma professionale Workplace

Nel 2016 Facebook ha varato Workplace, uno spin-off dedicato al mondo del lavoro, cui è possibile iscriversi secondo vari piani di abbonamento, beneficiando di funzioni specifiche per i professionisti, all’interno di un ambiente familiare, qual è quello di Facebook. Lo scorso autunno, a beneficio di Workplace è stato annunciato, da device mobili, l’arrivo delle videochiamate a cui, nelle scorse ore, si sono aggiunte altre funzioni: tra le tante annunciate, “Draft for” permetterà ai dirigenti di selezionare i dipendenti da cui farsi scrivere dei post che, poi, revisionati e approvati, saranno pubblicati a loro nome. In più sarà possibile tracciare le risposte dei dipendenti su determinati post per valutarne copertura e coinvolgimento emotivo mentre, a partire da Giugno, arriveranno anche gli avvisi di sicurezza

Nel 2017, invece, ha ricevuto il battesimo dell’esordio Messenger Kids, lo spin-off dell’omonima app dedicato ai minori di 13 anni che non possono usare il social: sino a poco tempo fa, erano i genitori a dover invitare e approvare i nuovi contatti per i propri pargoli ma, a partire da America Latina, USA e Canada, saranno i bambini a poterlo fare anche se, con la feature “amicizia supervisionata”, l’approvazione del collegamento spetterà ai genitori, che potranno anche decidere se palesare il nome e l’immagine del minore. La suddetta app, già presente nel Nord America e in poche altre nazioni, è stata inoltre portata in altri 70 paesi, tra cui però non figura ancora l’Italia. 

Col fine di agire contro la piata degli account falsi, Facebook ha inoltre ammesso di essere al lavoro su un algoritmo ad elevata precisione, in grado di smascherare gli account fake analizzandone le richieste di amicizia inviate e tenendo conto di quante delle stesse poi venivano rifiutate o accettate, in ragione del fatto che agli account falsi capita più spesso di vedersi rifiutare il collegamento ambito per commettere qualche illecito.

Non paga di tale impegno, la piattaforma di Menlo Park ha anche lanciato il suo guanto di sfida alla cinese WeChat, investendo 5.7 miliardi di dollari in Jio Plataforms, una compagnia telefonica indiana, nota per commercializzare anche feature phone con KaiOS, e per il suo e-commerce JioMart rivolto alle piccole imprese che, prossimamente, potranno effettuarvi i loro acquisti partendo da WhatsApp.

Infine, come spesso accade per Facebook, anche qualche “cattiva nuova“. Secondo la società di sicurezza Cyble, con base a Singapore, nel dark web sarebbero in vendita i dati di 267 milioni di utenti del social in blu, prezzati complessivamente per 540 dollari in Bitcoin (o a 0.0002 centesimi per record) contenenti ID Facebook, indirizzo, mail, età, stato della relazione, nome completo, senza – per fortuna – le password. Analizzando nel dettaglio i dati, forse acquisiti in seguito a un processo di scraping dei dati pubblici in Rete o a un data breach nelle API degli sviluppatori, alcune delle informazioni messe in vendita erano già state scoperte (dal ricercatore Diachenko), rimosse, ripubblicate e incrementate in passato.

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