Facebook: polemiche a Singapore e in Europa, novità per gli strumenti anti-calamità

Facebook, coinvolta in alcune polemiche sia a Singapore che con la Commissione Europea, a proposito di indipendenza della piattaforma e privacy, ha replicato a suon di novità, volte a migliorare gli strumenti messi a disposizione in caso di calamità.

Facebook: polemiche a Singapore e in Europa, novità per gli strumenti anti-calamità

Di recente, Facebook sta conoscendo una notevole vivacità operativa, basti pensare all’app per il marketing Viewpoints, ed all’attivazione di uno strumento – inizialmente in Irlanda – per la portabilità dei dati multimediali verso piattaforme terze (es. Google Foto). A tali novità se n’è aggiunta un’altra, relativa alle funzionalità Crisis Response che, però, non ha distolto l’attenzione comune dalle consuete polemiche nelle quali la celebre agorà virtuale di blu vestita è solita rimanere impelagata.

In passato, Menlo Park ha predisposto, sotto il cappello del Crisis Response, una serie di strumenti (tra cui il Safety Check che permette di tranquillizzare amici e parenti sulla propria situazione o un sistema per raccogliere fonti a favore delle zone colpite) attivati durante le calamità naturali, i disastri, o gli attentati, adoperati attualmente in più di 80 paesi nel corso di 300 crisi.

Ora, secondo quanto comunicato dal team di Zuckerberg, grazie alla collaborazione di oltre 100 organizzazioni (come l’International Displacement Monitoring Center che si occupa di sfollati), sono state migliorate le mappe delle emergenze e delle catastrofi, con indicazioni anche su dove distribuire le risorse, anche in base agli spostamenti della gente, condividendo le informazioni, aggregate in forma anonima, con agenzie federali che si occupano di soccorso, o con funzionari locali e statali.

In precedenza, era possibile interagire con le offerte o le domande di aiuto solo avvalendosi di Messenger, e cliccando sugli appositi pulsanti in calce ai post del social, mentre oggi ciò sarà possibile anche adoperando WhatsApp: con l’app in verde, inoltre, si potrà offrire una testimonianza diretta della situazione in cui si si trova, condividendo foto o video che, rendicontando di eventuali blocchi delle strade o di crolli, aiutino i soccorsi e gli aiuti ad arrivare sul posto.

Con le novità in questione, difficilmente – tuttavia – Facebook riuscirà a far passare in secondo piano alcuni elementi di preoccupazione sul proprio conto, il primo dei quali riguarda l’indipendenza delle piattaforme online. A seguito dell’approvazione di una severissima legge anti-fake news, a Singapore Facebook è stata costretta, non volendo il diretto interessato cancellare un post di critica verso il governo locale, a etichettarne il contenuto come fake news.

Come noto, sia Facebook che Google hanno allestito lucrose attività, capaci di generare profitti a molti zeri, mettendo a frutto quel che sanno delle rispettive utenze. Ebbene la Commissione Europea, probabilmente su sollecitazione di Margrethe Vestage, riconfermata commissario alla concorrenza e ora anche vicepresidente dell’esecutivo continentale, ha avviato delle indagini preliminari per vederci chiaro sul modo in cui questi colossi raccolgono, trattano, e monetizzano i dati degli utenti, anche per comprendere come ciò influisca sulla capacità dei competitor di concorrere e di accedere ai mercati online.

A tal proposito, il portavoce di Facebook per gli affari globali, l’ex leader socialdemocratico inglese Nick Clegg, ha spiegato che potrebbe essere rischioso il forzare le aziende ad aprire alla concorrenza le proprie banche dati degli utenti perché, nel trasferire le informazioni da una piattaforma all’altra, qualcosa potrebbe anche andare male, mettendo a repentaglio la riservatezza anche delle persone terze, ovvero di coloro con cui gli utenti avessero condiviso qualcosa.

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