Facebook: piccole migliorie per Gruppi/Pagine, integrazione con Instagram, GlobalCoin, gender gap e diffamazione

La nota piattaforma social, introdotte piccole e quasi invisibili novità, si appresta a svelare la cripto-moneta GlobalCoin: intanto, fanno discutere sia i problemi di gender gap della piattaforma, che una pronuncia europea sui commenti diffamatori.

Facebook: piccole migliorie per Gruppi/Pagine, integrazione con Instagram, GlobalCoin, gender gap e diffamazione

Secondo il rapporto di recente presentazione, “Italiani e Social Media“, Facebook è la piattaforma social più usata nel Bel Paese, più ancora di YouTube o Instagram: il merito, a quanto pare, sarebbe delle Storie, dacché ben il 32% dei sondaggiati le preferirebbe alla consultazione di un post normale. Tuttavia, è innegabile che parte di questo successo, immune ai recenti problemi sulla privacy di Menlo Park, al modo in cui vengono gestiti i post diffamatori, ed il gender gap, dipenda anche dalle novità introdotte o in via di introduzione da parte del social.

A tal proposito, nel Febbraio scorso, Facebook – attraverso un post sulla propria NewsRoom – promise diverse migliorie e sperimentazioni per i mesi a seguire, tra cui anche quella che avrebbe messo a disposizione, dei gestori di Gruppi e Pagine, alcuni strumenti per mettere in risalto le proprie comunicazioni. Di recente, ciò è entrato in auge, con l’utente che, effettivamente, nell’accingersi a scrivere un post nelle location di cui è responsabile, può settare (attraverso il simbolo del paragrafo ¶ noto come “piede di mosca”) la dimensione del titolo o dell’intestazione di un contenuto, includervi un elenco (puntato o numerato), ed una citazione. Allegando un’immagine, inoltre, può ritagliarla, o arricchirla con del testo, dei filtri, degli adesivi, o dei tag. 

Più o meno nello stesso periodo, Mark Zuckerberg, Ceo del social in blu, anticipò il progetto di far convergere tutte le sue principali applicazioni e, in tal senso, un chiaro segnale di avanzamento dei lavori potrebbe essere dettato anche dal fatto che, a diversi utenti, è apparsa una notifica, eloquente, che li invitava a iscriversi alla Pagina di una persona che, guarda caso, era loro amica su Instagram

In termini di prospettiva, è noto come Facebook stia lavorando al progetto della sua cripto-moneta, GlobalCoin. Secondo il portale The Information, Zuckerberg potrebbe alzare il sipario su questo progetto prima di quanto gli analisti ipotizzassero, ovvero a fine mese: a quanto pare, la blockchain alla base della GlobalCoin sarebbe meno decentralizzata di quanto implementato per i BitCoin, con ogni transazione gestita da massimo 100 nodi ed il ticket d’ingresso, per ogni organizzazione che ambisse ad avere un proprio nodo, pari a 10 milioni di dollari. In più, onde far percepire la GlobalCoin come qualcosa di concreto di cui potersi fidare, si sta studiando la possibilità che i dipendenti della società incaricata del suo sviluppo (Project Libra) siano pagati proprio in GlobalCoin mentre, dal punto di vista dell’utenza, potrebbero essere previsti dei chioschi tipo ATM in cui effettuare il cambio con la valuta corrente: dulcis in fundo, i negozianti che decidessero di usare questo conio virtuale per le proprie transazioni, beneficerebbero di alcuni bonus.

Nel frattempo, con Facebook non ci sarà da annoiarsi. Un recente dossier pubblicato dal The Pew Research Center ha riscontrato come, nelle foto condivise da inizio Aprile a fine Giugno del 2018, la maggior parte dei soggetti riconosciuti e ritratti fossero uomini, per lo più ripresi in contesti quali lo sport e l’economia, mentre le donne verrebbero prevalentemente associate ad ambiti quali cinema, tv, intrattenimento, musica. Insomma, oltre a qualche aggiustatina negli algoritmi che presiedono a ciò che viene visualizzato, Facebook potrebbe anche fare qualcosa di più per combattere i luoghi comuni che pullulano e si propagano attraverso le sue pagine.

Sempre su queste ultime, non sono rari i casi in cui sono stati pubblicati dei commenti diffamatori e, a tal proposito, vi è stata la pronuncia del avvocato generale della Corte Europea, il polacco Maciej Szpunar, secondo il quale Facebook – in presenza di un commento giudicato illecito da un giudice – potrebbe anche essere costretta a cercare e rimuovere tutte le occorrenze simili allo stesso, pubblicate dallo stesso autore (e non anche da altri, onde evitare una forma di onerosa censura). 

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