Facebook: nuovi problemi e polemiche, investimenti per sicurezza, misure privacy e novità NFT

Nelle scorse ore, Facebook è tornata nel mirino di istituzioni, ex dipendenti, azionisti, e critici vari, pur avendo investito notevolmente in sicurezza ed essersi nuovamente attivata in tema privacy, senza trascurare nuovi sviluppi in tema di valute digitali e NFT.

Facebook: nuovi problemi e polemiche, investimenti per sicurezza, misure privacy e novità NFT

Il celeberrimo social network Facebook, alle prese con nuovi sviluppi in merito alla propria valuta digitale, oltre che impegnato in investimenti per la sicurezza e in iniziative per la privacy, è rimasto coinvolto in nuovi attacchi, diffusi da una sua ex dipendente, che vanno ad aggiungersi a polemiche per una campagna d’immagine diffusa via newsfeed, a rimostranze critiche da parte delle autorità norvegesi, e a una tiratina d’orecchie da parte del suo comitato interno di controllo

Nel corso della trasmissione “60 Minutes” della CBS è venuta allo scoperto la gola profonda che, mossa dall’aver perso una persona cara a causa della disformazione in auge a Menlo Park, ha passato alla Consob americana, la SEC (che ipso facto, secondo la docente di diritto alla West Virginia University, Jena Martin, potrebbe citare Zuckerberg per “frode sui titoli”, cioè per aver ingannato gli investitori), agli avvocati generali di vari Stati USA (es. Tennessee, Vermont, California), e al Wall Street Journal, diversi report e ricerche, tenute nascosti dal social al pubblico e agli investitori.

Secondo l’analista di dati 37enne Frances Hauge, laureata ad Harward e con un passato anche presso altre piattaforme (es. Pinterest), dopo le presidenziali del 2020 sarebbero stati cambiati gli algoritmi di vigilanza del social, perché si temeva che rendendo il sistema più sicuro, e quindi con meno disinformazione e messaggi d’odio, la gente vi avrebbe trascorso meno tempo, con minori click sulle pubblicità. Altra accusa mossa dalla Hauge (che martedì sarà in audizione presso la sottocommissione “Proteggere i bambini online” indetta dal Senato del Congresso USA), oltre a quella d’aver preferito il profitto alla sicurezza, è quella dell’impatto negativo sulle adolescenti, con particolare riferimento a chi, seguendo contenuti sui disordini alimentari trovati su Instagram, finiva in depressione e nel contempo con l’usare maggiormente il noto photo-sharing. 

Da alcuni gruppi di azionisti del social, che in tal senso hanno depositato delle denunce presso la corte del Delaware, è giunta la rivelazione secondo cui, come riporta The Statesman, il colosso del social avrebbe accettato di soprappagare la multa (5 miliardi di dollari) alla Federal Trade Commission, per il caso Cambridge Analytica, ottenendo in cambio che non venisse citato in giudizio Mark Zuckerberg, co-founder e CEO della piattaforma. 

Anche dall’autorità norvegese per la tutela dei dati personali, Datatilsynet, è giunta una stoccata non da poco: l’ente governativo, infatti, ha pubblicato e tradotto una sua valutazione realizzata in vista dell’ipotesi di aprire una pagina istituzionale per gestire le comunicazioni con gli utenti. L’esito di tale valutazione è stato che una tale opzione avrebbe comportato troppi rischi per i dati degli utenti: nello specifico, usando una pagina istituzionale su Facebook, l’effetto collaterale sarebbe stato quello di far ottenere alla piattaforma “informazioni (NDR: pur aggregate, ma non disattivabili lato titolare) sulla comunicazione effettuata sulla pagina medesima, come le statistiche sui gruppi target e le interazioni con utenti”. 

Dopo il ban dell’account di Trump, il comitato di vigilanza della piattaforma, l’Oversight Board, chiese informazioni sul funzionamento del sistema di controllo incrociato XCheck: in seguito alle recenti accuse del WSJ di favoritismi dello stesso verso gli account VIP, che potrebbero violare impuniti le norme del social, il medesimo comitato ha chiesto altre info in merito a Facebook, anche in riferimento ai criteri usati per aggiungere alla whitelist del controllo incrociato eventuali account o Pagine. 

Passando dalla parte destruens alla parte construens, Facebook ha fatto parlare di sé anche per diverse iniziative interessanti, più sostanziali della campagna d’immagine “Project Amplify” volta, secondo il New York Times, a diffondere notizie pro-social mediante i newsfeed degli utenti.

In particolare, sul tema della criptomoneta Diem (ex Libra), destinata a esser resa sicura “da una combinazione di contanti o equivalenti di cassa e titoli di stato a breve termine“, l’ex PayPal David Marcus, responsabile del gruppo Facebook Financial (F2), ha spiegato che il portafoglio digitale Novi, che verrà usato per gestire i pagamenti proprio tramite Diem, potrebbe (a seconda degli esiti delle valutazioni in corso) anche supportare gli NFT, consentendo cioè la compravendita dei cosiddetti “Token non fungibili”

Rivelato d’aver speso, dal 2016 a oggi circa 13 miliardi di dollari in sicurezza, Facebook ha effettuato comunicazioni anche sul tema della privacy, affermando d’aver aggiornato il modulo relativo ai cookies che appare quando ci si collega al sito del social o di Instagram: oggi, con tale modulo diventa possibile accettare tutti i cookie o gestirne le impostazioni in modo più granulare, ad esempio rifiutando quelli di terze parti solitamente usati a scopo statistico e pubblicitario. 

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