Facebook, il noto social network, si appresta ad invadere gli store applicativi con nuove mini-applicazioni proprietarie e, intanto, ha già previsto nuovi strumenti per la monetizzazione in appoggio ai Creators: peccato che le grane in fatto di privacy non concedano tregua alcuna al gigante di Menlo Park co-fondato, ai tempi di Harvard, dal giovane CEO Mark Zuckerberg.
È notizia di qualche giorno fa che la più alta autorità continentale in fatto di giustizia, la Corte di giustizia UE, dovrà prendere una decisione, al termine di una vicenda iniziata nel lontano 2011, relativamente alla possibilità che il Garante per la privacy irlandese, punto di riferimento in questione vista la locale sede europea di Facebook, obblighi Facebook (e di conseguenza tutte le piattaforme internet) a conservare e trattare i dati dei cittadini europei entro server stoccati nel Vecchio Continente.
Attualmente, come ravvisato dall’attivista Max Schrems, secondo quanto reso possibile dagli accordi Standard Contractual Clauses, i dati personali degli iscritti europei a Facebook vengono trasferiti oltreoceano, e conservati negli USA, ove sarebbero alla mercé della locale intelligence per questioni di sicurezza (come evidenziato da Snowden) e trattati commercialmente con minori tutele sulla privacy rispetto a quanto possibile in Europa, ove vige il GDPR. La decisione dell’autorità giudiziaria europea, ormai sentiti anche i legali di Facebook non dovrebbe tardare e, infatti, è attesa entro la fine dell’anno.
Nel frattempo, la grande fucina creativa di Facebook ha, finalmente, una nuova casa, grazie alla costituzione del team NPE (New Product Experimentation) che avrà piena libertà nello sperimentare nuove soluzioni applicative per aiutare a “costruire una community“: tali applicazioni, alcune delle quali con login via Facebook, potrebbero non essere erogate contestualmente in tutti i mercati ma, in ogni caso, saranno gratuite: in alcuni frangenti in toto, mentre in altri con qualche micro-pagamento, magari attuabile grazie a Libra (ammesso che ne venga consentito lo sviluppo).
In merito alle categorie di queste app, i cui primi esemplari dovrebbero far capolino sul Play Store di Android e sull’App Store di iOS già entro le settimane a venire, e che saranno chiamate ad ottenere miglior sorte di quanto capitato a Lasso e Lifestage, è previsto che possano spaziare in vari settori, tra cui anche i giochi ed i tool per il business.
A proposito, appunto di business, Facebook ha annunciato l’arrivo di tanti nuovi strumenti a favore dei propri Creators, per aiutarli a monetizzare le rispettive attività o successi social: in primis, sarà possibile creare (ma non in sostituzione delle Fan Subscriptions) dei Gruppi cui sarà possibile aderire previo abbonamento mensile, onde relazionarsi più profondamente con i propri beniamini e gli altri fan degli stessi e, di corredo, si potrà finanziare i propri influencer preferiti (che riceveranno 1 centesimo per ogni elemento ricevuto) anche comprando (1.40 dollari per 100 unità) e attribuendo delle “Stelle” (una sorta di coin adottata anche da altre piattaforme online).
Non mancheranno, tra le iniziative per aiutare i Creators a monetizzare, anche due nuovi formati pubblicitari (simili a degli analoghi in auge su YouTube), come quello piazzato prima dei video in cui sia difficile trovare momenti idonei di interruzione o quello, a immagine statica, più indicato per i video di dimensioni molto contenute. Infine, non mancheranno nuovi strumenti di analisi statistica che, tra le varie cose, permetteranno ai Creators di condividere – con gli inserzionisti, in modo che questi ultimi possano settare al meglio il marketing – dei dati demografici aggregati, tratti dai propri canali.