Facebook: novità contro le fake news, nuovi termini di servizio, miglioramento esperienza utente

Anche nel corso dei giorni dedicati a IFA 2020, e non potrebbe essere altrimenti con le prossime presidenziali USA dietro l'angolo, Facebook trova il modo di far parlare di sé, con iniziative anti disinformazione, abbinate a migliorie verso l'esperienza utente

Facebook: novità contro le fake news, nuovi termini di servizio, miglioramento esperienza utente

Facebook, nelle scorse ore, si è resa protagonista di una lunghissima serie di iniziative e migliorie, molte delle quali incentrate sul tema della disinformazione, non trascurando anche una modifica (destinata a far discutere) dei termini di servizio, e alcuni cambiamenti per migliorare l’esperienza d’uso della piattaforma. 

La prima novità riguardante Facebook, in quest’avvio di fine settimana, segnalata dal portale “The Interface“, riguarda una misura volta a porre un’argine alla diffusione di bufale e disinformazione, in un momento particolarmente sensibile, come quello attuale, flagellato dalla piaga del coronavirus, e con le elezioni americane e in Nuova Zelanda dietro l’angolo. La novità in questione, nota come “virality circuit breaker“, prevede che gli algoritmi di Menlo Park intercettino e blocchino i post che diventano virali in troppo poco tempo, segnalandoli ai moderatori per la verifica con la conseguenza che verranno sbloccati solo dopo che ne sia stata appurata la veridicità. 

Sempre con lo stesso scopo, porre un argine alla circolazione di false notizie, Facebook stessa ha annunciato un’ulteriore funzionalità, già vista nel 2019 su WhatsApp, che limita l’inoltro dei messaggi, solo di testo, o anche con allegati, a un massimo di 5 gruppi o persone per volta, con la speranza che ciò rallenti la viralità di notizie che “possono potenzialmente causare danni nel mondo reale“.

Nei giorni scorsi, Zuckerberg si era detto preoccupato per i potenziali disordino civili che potrebbero nascere dopo le prossime presidenziali visto che, adottando in massa il voto per posta, potrebbero necessitare di vari giorni per proclamare il prossimo inquilino della Casa Bianca: nello specifico, il timore era che qualcuno avanzasse l’ipotesi di brogli parlando di “metodi di voto illegali“, o che si proclamasse vincitore prima dell’esito ufficiale (circostante contro le quali sono già pronte delle etichette informative, con collegamenti ai risultati ufficiali). Onde scongiurare questa prospettiva, sostanziando in ciò la terza novità di questa breve rassegna, Menlo Park ha comunicato che, una settimana prima delle elezioni, saranno vietate le pubblicità politiche

Più per tutelare se stessa, invece, giunge la notizia secondo cui Facebook ha modificato “i termini e le condizioni del servizio di Facebook”, con nuove aggiunte che entreranno in vigore dal prossimo 1° Ottobre: tra i punti salienti delle nuove policy spicca un cambio epocale di prospettiva, che ha fatto parlare, per alcuni, di fine della libertà d’espressione. In passato, Facebook si era sempre dichiarata non responsabile per quel che pubblicavano gli utenti, concedendo loro una grande libertà d’espressione, spesso abusata con la conseguenza che, per far rimuovere un post problematico (es. in tema cyberbullismo), erano spesso necessarie varie segnalazioni: ora, invece, il social, con un approccio preventivo, dichiara che rimuoverà, o restringerà l’accesso (rendendoli invisibili) a, tutti quei post, video, o foto, che potrebbero portarla in tribunale, o farla incorrere in violazioni nei riguardi delle autorità di regolazione. 

Secondo alcuni, tale decisione potrebbe essere legata al fatto che molti governi poco democratici, per evitare critiche, richiedono spesso ai social di rimuovere alcuni contenuti di dissenso: secondo altri, invece, il tutto potrebbe essere legato al fatto che in Australia si sta discutendo un disegno di legge che potrebbe obbligare Google e Facebook a pagare per le notizie degli editori che vi vengono linkate, visto che gran parte dei loro introiti derivano dalla pubblicità posta su contenuti per la cui creazione non profondono alcuno sforzo.

Più di carattere funzionale, volte a migliorare l’esperienza utente, invece, sono le ultime due novità. La prima riguarda il fatto che, nell’ambito del Data Transfer Project, che prevede la facile trasferibilità dei dati personali da una piattaforma all’altra, il social, che già permetteva il trasferimento dei dati verso Google Foto, ora fa lo stesso verso Koofr e Dropbox: da segnalare, però, che tale procedura, oltre a non prevedere la sincronizzazione dei dati (aggiungendo nuove foto su Facebook sarà necessario riavviare il trasferimento verso la destinazione scelta), non consente nemmeno di selezionare i dati, che andranno instradati per intero altrove. Infine, per evitare che al cliccare su una notizia a pagamento (dietro paywall) l’utente debba reinserire ogni volta i dati del servizio informativo cui è iscritto, Facebook ha comunicato che inviterà gli utenti ad associare l’account presso tali servizi con quello di Facebook, in modo che il tutto avvenga in modo naturale e automatico. 

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