Facebook: miglioramenti per i non vedenti, polemiche VR, accordi con Google

Secondo quanto reso noto da un importante quotidiano, sarebbe in corso un accordo pubblicitario privilegiato tra Google e Facebook che, per altro, non appare intenzionata a "liberare" Oculus dal suo "abbraccio": intanto, parte l'implementazione di miglioramento in favore di ipovedenti e non vedenti.

Facebook: miglioramenti per i non vedenti, polemiche VR, accordi con Google

Facebook, dopo le novità annunciate negli scorsi giorni in relazione alle Pagine, torna ad occuparsi tout court del social, prospettando una novità all’insegna dell’inclusività: il tutto mentre, da terze parti, giungono nuovi motivi di polemica col colosso acquartierato a Menlo Park. 

I feed dei social sono sempre più popolati di foto e video, con conseguente difficoltà da parte degli ipo e non vedenti: come Google, che ha già messo a disposizione di questo target di utenti varie tecnologie (es. TalkBack), Facebook è consapevole di ciò e, allo scopo, è intervenuta annunciando un upgrade della tecnologia AATtesto alternativo automatico, varata nel 2016 per fornire, su richiesta, descrizioni di quel che appariva nelle foto, ad esempio condivise da amici, parenti o colleghi. Rispetto alla versione originale, la nuova è in grado di riconoscere 10 volte più concetti, ora pari a oltre 1.200, con conseguenti meno foto lasciate prive di descrizione, quando date in pasto agli screen reader (es. l’Apple VoiceOver). 

Il miglioramento in questione, in corso di implementazione, non è tuttavia solo numerico, ma anche qualitativo (sono riconosciuti i tipi di animali o di cibo, i luoghi simbolo / punti di riferimento, i tipi di attività, e maggiori dettagli in generale), con le didascalie testuali che, ora, descrivono anche la composizione della scena. Il tutto, ottenuto dando in pasto all’intelligenza artificiale miliardi di foto pubbliche di Instagram, tratte da vari angoli del mondo, con un procedimento inclusivo per età, sesso, colore della pelle, etc, traducendo i tag associati in varie lingue, riguarderà, col supporto verso 45 idiomi, su Facebook le foto incluse nei profili, nei Feed e nei gruppi mentre, su Instagram, saranno coinvolte, oltre a quelle del Feed e dei profili, anche le immagini della sezione Esplora. 

Miglioramenti a parte, sono destinate a far discutere due notizie, relative a Facebook, diffuse da terze parti. Secondo quanto rendiconta il New York Times, che è venuto in possesso di una bozza non censurata di un documento poi incluso in un esposto ufficiale in merito a una causa anti-trust riguardante Google presso il procuratore generale del Texas, Google e Facebook avrebbero di fatto in corso un accordo pubblicitario privilegiato.

Tutto risale al 2019, quando Facebook abbandonò i piani del 2017 per una propria strategia di marketing, remunerativa, per aderire, come altre aziende, alla piattaforma ads di Google che, per l’occasione, dedicò a Menlo Park un trattamento di favore, ad esempio permettendo al social in blu di avere 300 millisecondi per comprare (via offerte) gli spazi pubblicitari desiderati, contro gli abituali 160 concessi agli altri. Ovviamente, non sono mancate le prese di posizioni ufficiali: Christopher Sgro, portavoce di Facebook, ha riferito che accordi simili a quello menzionato “aiutano ad aumentare la concorrenza nelle aste pubblicitarie“, mentre Julie Tarallo McAlister, portavoce di Google, ha lamentato come l’articolo del NYT “travisi questo accordo, così come molti altri aspetti della nostra attività di tecnologia pubblicitaria“. 

Infine, in tema di realtà virtuale, nel corso di una sessione di domande e risposte, su Twitter, John Carmack, CTO consulente presso la divisione VR di Oculus ha ammesso che non vi sono molte chance che Menlo Park cambi idea sull’aver reso necessario il login al social quale conditio sine qua non per usare i visori Oculus, sia perché “Facebook è estremamente seria riguardo alla privacy“, sia perché ad oggi non sono presenti molte alternative (indolori) ai prodotti Oculus. 

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