Elon Musk, figura centrale nel panorama tecnologico globale, continua a far discutere con le sue posizioni e le scelte legate a X, il social network precedentemente noto come Twitter. Dalla critica a normative internazionali fino alle accuse di favoritismi algoritmici sulla piattaforma, le vicende recenti sottolineano quanto X sia diventato un punto nevralgico per i dibattiti su libertà digitale, politica e diritti degli utenti.
Elon Musk contro l’Australia e nuove polemiche su X: tra censura e algoritmi di parte
Elon Musk, proprietario del social network X (ex Twitter), ha recentemente criticato aspramente un progetto di legge australiano che punta a vietare l’accesso ai social media ai minori di 16 anni. La proposta, avanzata dal governo guidato dal primo ministro Anthony Albanese, prevede che gli utenti forniscano documenti per certificare la propria età e impone multe salatissime, fino a 32 milioni di dollari, alle piattaforme che non si adeguano.Musk ha definito la misura “un modo segreto per controllare l’accesso a Internet per tutti gli australiani”, ribadendo la sua opposizione a quella che considera una restrizione della libertà digitale.
La legge, ancora in fase di discussione, si aggiunge a un altro recente scontro tra Musk e il governo australiano, che lui aveva definito “fascista” per via di una normativa contro le fake news.Il progetto ha suscitato un acceso dibattito a livello globale, poiché pone interrogativi sul delicato equilibrio tra tutela dei minori e diritto alla privacy. Se da un lato molti genitori sostengono l’iniziativa, dall’altro esperti di tecnologia e diritti digitali, come lo stesso Musk, mettono in guardia dai rischi di sorveglianza di massa e dalla possibile discriminazione nei confronti dei giovani.
L’algoritmo di X favorisce i contenuti di destra?
Parallelamente, una ricerca pubblicata dalla Queensland University of Technology ha acceso i riflettori su un presunto squilibrio algoritmico di X, che sembrerebbe favorire i contenuti di orientamento conservatore. Lo studio individua un momento preciso in cui la piattaforma avrebbe iniziato a promuovere maggiormente account di destra: il 13 luglio 2024, giorno in cui Elon Musk dichiarò pubblicamente il suo sostegno a Donald Trump dopo un attentato contro l’ex presidente americano.
L’analisi, intitolata “A computational analysis of potential algorithmic bias on platform X during the 2024 US election“, evidenzia un picco di visibilità per account di destra, tra cui quelli di influencer come Ben Shapiro e Tucker Carlson. Al contrario, profili democratici come quelli di Alexandria Ocasio-Cortez e Bernie Sanders non avrebbero ricevuto un simile incremento. Secondo i ricercatori, anche lo stesso Musk avrebbe beneficiato di un miglioramento significativo nelle metriche di coinvolgimento del proprio account. Questi risultati, affermano, potrebbero indicare modifiche algoritmiche mirate, progettate per privilegiare certi orientamenti politici. Non è la prima volta che X viene accusato di favorire contenuti conservatori. Altri studi, compresa un’indagine del Wall Street Journal, avevano già segnalato un aumento di visibilità per i contenuti di destra, fenomeno che alcuni attribuiscono al cambio di direzione imposto da Musk dopo l’acquisizione del 2022.