E’ il Data Privacy Day, tra esigenze di sicurezza e di riservatezza

Il 28 Gennaio 2016, in Nord America ed in 40 Stati europei, si celebra il Data Privacy Day, ovvero la Giornata internazionale della Privacy. Ecco come la celebra l'Italia ed i temi più importanti secondo il Garante italiano per la Privacy.

E’ il Data Privacy Day, tra esigenze di sicurezza e di riservatezza

Oggi, 28 Gennaio 2016, si celebra l’annuale ricorrenza del Data Privacy Day, la Giornata della protezione dei dati, che prevede diversi eventi, in Nord America e in Europa, per sensibilizzare sul tema dei diritti digitali e per favorire la collaborazione – anche normativa – tra le varie nazioni del mondo.

A Roma, il Data Privacy Day, in versione Giornata Europea della Privacy, si festeggia con un convegno sul tema “La società sorvegliata. I nuovi confini della libertà”.

Il Il Data Privacy Day è una festa internazionale, nata in Nord America e rapidamente diffusasi anche in Europa (circa 40 Stati), con l’obiettivo di sensibilizzare sulla privacy, promuovere comportamenti virtuosi, favorire il dialogo ed il coordinamento legislativo dei vari Paesi in tema di diritti digitali delle persone.

Quest’anno il Data Privacy Day capita in un momento particolarmente difficile per la privacy: a Dicembre (il 15), il Parlamento ed il Consiglio europei si sono accordati – finalmente – sulla privacy dei cittadini europei stabilendo – per questi ultimi – maggiori diritti in tema di oblio digitale, raccolta dati, profilazione, databreach. Una decisione, quindi, che va ad accordarsi con le esigenze di maggiore privacy già espresse ad Ottobre 2015 dalla Corte UE che vietò a Facebook di trasmettere i dati dei suoi utenti negli USA perché gli States, visto il DataGate, non rappresentavano un “approdo sicuro”.

Il tutto proprio quando, secondo alcune fonti mai confermate, si sarebbe ipotizzato che i terroristi di Parigi abbiano potuto usare sistemi di comunicazione criptati per progettare gli attentati terroristici dei mesi scorsi. A tal proposito, in effetti, non stupisce come un disegno di legge in discussione presso lo Stato di New York richieda, a scopo di sicurezza, che tutti device di comunicazione commercializzati sul territorio in questione abbiano una backdoor destinata all’intelligence: tra l’altro, anche la parlamentare italiana del PD, Maria Gaetana Greco, ha richiesto una norma simile che consenta allo Stato di poter entrare a curiosare nei computer dei cittadini, sempre per combattere il terrorismo.

Come dicevamo, il periodo è particolarmente complesso per la privacy e l’Italia ha deciso di celebrare a modo suo la Giornata Europea della Privacy con il convegno “La società sorvegliata. I nuovi confini della libertà” promossa dal Garante per la Privacy, Antonello Soro, presso l’Aula dei Gruppi parlamentari. Nel corso dell’evento accennato, Soro ha spiegato che, ormai, si tendono ad accettare le policy d’uso di app, social e nuovi servizi senza avere la minima percezione dei rischi e dei pericoli per le persone coinvolte. Invece, continua il Garante, quando ci si accorge che la pubblicazione dei contenuti, le scelte e le prese di posizione su un social dipendono da un algoritmo, bisognerebbe iniziare a porsi qualche domanda sulla propria, effettiva, libertà digitale.

Libertà digitale che deve trovare un certo bilanciamento con le legittime esigenze di sicurezza e lotta al terrorismo: in tal senso l’intelligence non deve tradursi in sorveglianza di massa ma perseguire un controllo ragionato e mirato delle informazioni, ottenuto anche con l’incrocio e la massa in condivisione dei database a livello europeo.

Speriamo che la celebrazione della Giornata Europea della Privacy, cui i maggiori media nazionali han dato risalto zero o nullo, possa godere di maggior popolarità nei prossimi anni e, soprattutto, diffondere – anche in Italia – comportamenti maggiormente virtuosi in merito alla gestione dei propri dati personali.

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