Disney+: l’azienda mette un bollino per segnalare contenuti razzisti nei suoi cartoni animati

L'azienda americana della Disney, sulla sua piattaforma di streaming Disney+, ha deciso di censuare i contenuti razzisti mettendo una piccola spiegazione della scena.

Disney+: l’azienda mette un bollino per segnalare contenuti razzisti nei suoi cartoni animati

Sin dalla giovane età Walt Disney è stato accusato di antisemitismo, poiché nel ’38 decise di chiamare Leni Riefenstahl, autrice di alcune pellicole naziste, a Hollywood per presentare il film Olympia che documenta i Giochi olimpici di Berlino 1936. L’animatore viene poi accusato di razzismo per aver ideato alcune produzioni che contenevano materiali privi di tatto sulle razze. Gli esempi più limpidi in questo campo sono “La capanna di zio Tom” e “Chi ha ucciso Cock Robin”?

Uno dei pochi a difenderlo da queste accuse fu Floyd Norman, animatore africano che lavorò con Disney negli anni 50-60: “Non una sola volta ho mai osservato un cenno del comportamento razzista del quale Walt Disney fu spesso accusato dopo la sua morte. Il suo trattamento delle persone può solo definirsi esemplare”.

La nuova mossa di Disney+

La piattaforma Disney+, lanciata negli Stati Uniti d’America un anno fa e in Italia solamente nel marzo del 2020, ha deciso di “censurare” i contenuti razzisti del passato: “Non possiamo cambiare il passato, ma possiamo riconoscerlo, imparare e andare avanti insieme per creare un domani che oggi possiamo solo sognare“.

In ogni inizio di un film d’animazione ove ci sarebbe un contenuto razzista si può leggere: “Questo programma include rappresentazioni negative e/o trattamenti sbagliati nei confronti di persone e culture. Questi stereotipi erano errati allora e lo sono oggi”. Tra i film che vengono “bollati” come razzisti ci sono quasi tutti i cartoni animati classici della Disney tra cui Gli Aristogatti, Lilli e il Vagabondo, Dumbo, Peter Pan, e il Libro della giungla.

Per fare un esempio, nel film di Peter Pan viene scritto nella scheda che ci sono dei nativi americani che vengono completamente stereotipati, visto che non si riflette sulla diversità dei popoli nativi né sulle loro autentiche tradizioni culturali, oltre al fatto che vengono definiti con il termine pellerossa, una parola considerato a oggi totalmente offensiva.

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